Regioni stroncano il documento Inail sulla balneazione
"Lo ritengono inapplicabile, insostenibile per le aziende e debole giuridicamente
"Le Regioni hanno giudicato negativamente in modo unanime il documento tecnico dell’Inail su balneazione e attività in spiaggia. Lo ritengono inapplicabile, insostenibile per le aziende e debole giuridicamente”. L’assessore al Demanio marittimo e il Coordinatore del tavolo nazionale Marco Scajola riassume così i risultati dell’incontro con gli omologhi delle altre regioni sulle linee guida per le riaperture delle spiagge in vista della stagione estiva.
“Sul tema delle distanze e delle indicazioni per la tutela della salute, le regioni vogliono lavorare e muoversi unite per adottare, come già sta accadendo, provvedimenti sinergici e coordinati per affrontare al meglio la stagione estiva e contemperare sicurezza, salute e attività economiche – spiega Scajola – Abbiamo affrontato il tema delle spiagge libere, anche se non di diretta competenza regionale, ma comunale. Tutti gli assessori, raccogliendo le preoccupazioni dei sindaci, hanno ribadito la necessità che il Governo stanzi fondi adeguati per la gestione dell’accesso e della sicurezza delle spiagge libere. Si tratta di una richiesta che verrà anche formalizzata con un documento specifico”.
“Da parte di tutte le regioni – aggiunge ancora l’assessore – è stato ribadito come sia necessario che per l’anno 2020 venga annullato il canone demaniale, viste le difficili condizioni in cui dovranno operare tutte le realtà imprenditoriali. Inoltre, pur essendo il demanio marittimo di competenza regionale e comunale, non è più accettabile che l’intera cifra del canone venga trattenuta dallo Stato, senza che neanche una minima parte possa rimanere sul territorio: chiediamo che, in futuro, almeno una parte di questa cifra resti sul territorio e possa essere investita per la tutela e la salvaguardia delle coste”.
“Infine – conclude Scajola – è stata ribadita la necessità che il Governa mantenga l’impegno preso di dare seguito alla legge 145 del 2018, che prevedeva l’estensione delle concessioni demaniali marittime per 15 anni: siamo in attesa di un atto governativo chiaro che confermi e rafforzi quanto previsto dalla norma”.