Emergenza famiglie straniere: vescovo inaugura casa di accoglienza
Si tratta di due alloggi destinati a famiglie con bambini, di passaggio. L'inaugurazione è avvenuta, in concomitanza con l'inizio della novena di Natale
Inaugurata una casa di accoglienza per famiglie straniere
"Auspico che chiunque, con responsabilità e anche con grande fatica, si occupa del bene comune, non lasci inascoltato il grido delle persone che fanno fatica a passare tra le maglie della nostra legalità non sempre giusta o per lo meno non sempre puntuale e tempestiva, e ci sia da una parte una legalità adeguata e dall’altra parte ancora una solidarietà più calda, abbondante e generosa che colmi tutte le lacune che sono tipiche delle istituzioni umane".
Si tratta di due alloggi nell'ex palazzo vescovile
Lo ha dichiarato il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, ieri sera, all'inaugurazione della casa di accoglienza per stranieri, che nasce nell'ex palazzo vescovile di via Lascaris, nel centro storico della città di confine. Si tratta di due alloggi destinati a famiglie con bambini, di passaggio. L'inaugurazione è avvenuta, in concomitanza con l'inizio della novena di Natale, celebrata in cattedrale.
Presente anche il responsabile del centro ascolto Caritas
"E’ un gesto molto bello per tante ragioni - ha aggiunto Suetta - perché possiamo accogliere tante famiglie e in queste famiglie certamente la nostra attenzione è attirata dai bambini, cioè dai più deboli, dai più fragili e dai più poveri tra i poveri". Presente anche il responsabile del Centro ascolto Caritas, Maurizio Marmo, il quale sottolineato come molte di queste famiglie in cerca di un alloggio temporaneo, siano state respinte con i bambini dai francesi, che li fanno scendere dal treno e li rimandano in Italia.
"Abbiamo avviato questa accoglienza all’inizio del mese di novembre. Nel primo periodo sono passate diverse famiglie soprattutto provenienti da Siria, Iraq e Afganistan, mentre in questo ultimo mese stiamo notando passaggi di famiglie provenienti dall’Africa Sub-Sahariana, soprattutto Etiopia, Eritrea ma anche Costa d’Avorio e Sudan. Sono tante famiglie con bambini piccoli". Ed ha aggiunto: "Purtroppo le istituzioni hanno chiuso il centro di accoglienza che secondo noi è indispensabile riaprire e cerchiamo, almeno per le famiglie, di non farle dormire in stazione, per strada, in particolare in questo periodo invernale".