Contro la DAD

"Hanno ragione gli studenti" Rossetti (PD) si schiera con i manifestanti

"Adulti che sacrificano il futuro per il loro presente". Il consigliere Ligure solidale con gli studenti

"Hanno ragione gli studenti" Rossetti (PD) si schiera con i manifestanti
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Con una nota stampa, Pippo Rossetti, consigliere regionale del Partito Democratico, interviene a margine delle manifestazioni che stanno infiammando decine di piazze e scuole d'Italia, portate avanti da una generazione di studenti stanchi della DAD (didattica a distanza, la misura introdotta con la pandemia da Coronavirus), che chiedono di poter ritornare in classe a svolgere l'attività scolastica.

 

Rossetti "Due anni insostenibili per la crescita di una generazione"

"Solidarietà e piena adesione alla manifestazione degli studenti che manifestano per andare a scuola!  - scrive Rossetti -Sembra un paradosso. Ma i ragazzi hanno molto da insegnarci. Due anni scolastici così faticosi - malgrado l'impegno e gli sforzi degli insegnanti - sono insostenibili per la crescita di un'intera generazione."

 

" Adulti che sacrificano il futuro per il loro presente"

"La DAD - prosegue Rossetti - è un modo di lavorare all'interno della didattica digitale, non è la scuola che trasferisce informazioni, competenze, educa e imposta le relazioni sociali, l' identità,  la vita sentimentale ed emotiva dei giovani. Gli adulti - quelli dei convegni in cui si ripete il mantra "i giovani sono il nostro futuro" - stanno difendendo il proprio presente a spese dei ragazzi. I giovani usano l'autobus? Teniamoli a casa. Portano il contagio, si assembrano? Teniamoli in remoto. Anche chi come Toti e Cavo hanno fatto di tutto per tenere tutto aperto oggi sono prudenti,  difendono la salute e quindi tengono i ragazzi a casa.

 

"I giovani subiscono l'essere il nostro presente"

"Perché dopo un anno di pandemia - si chiede il consigliere dem - non siamo in grado di organizzare la nostra comunità per consentire loro di vivere appieno il diritto costituzionale dell'istruzione? Eppure organizzando i trasporti pubblici locali (Regione e Comuni), attrezzando i plessi scolastici (Comuni e Province), gli orari e il calendario scolastico (autonomie scolastiche e Regioni), organici (Ministero), connessioni e strumenti (tutte le istituzioni) si poteva consentire alla scuola di lavorare in sicurezza.  Ma i ragazzi  - conclude, amaro - non votano, non scendono in piazza in modo scomposto... purtroppo i giovani subiscono il fatto di essere il nostro presente.

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