emergenza al confine

Migranti a Ventimiglia: ok del Ministero dell'Interno a un centro di transito

C'è l'ok del ministero per l'apertura di un centro di transito, ma mancano le firme di sindaci, prefetto e regione. Serve anche trovare un posto

Migranti a Ventimiglia: ok del Ministero dell'Interno a un centro di transito
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Ok del ministero dell'Interno a un centro di transito

“Ho chiesto un aggiornamento della situazione al Ministero dell’Interno, ho avuto un proficuo colloquio con il capo dipartimento per le Libertà civili e per l’immigrazione Michele Di Bari, il quale mi ha detto che il protocollo per istituire il nuovo centro di transito nell’imperiese è già pronto e che mancano oramai le firme dei sindaci, del prefetto e della Regione per approvalo e perché sia emanato il bando".

L'annuncio del portavoce alla Camera del M5s Leda Volpi

Lo dichiara la parlamentare Leda Volpi,  portavoce M5S alla Camera, annunciando una buona notizia: "Il Ministero si è reso disponibile a finanziare immediatamente il nuovo centro, che potrebbe anche sorgere prima del bando, come prototipo, e a questo si sommano i 5 milioni di euro che arriveranno alla città di Ventimiglia riconosciuta come sito particolarmente sovraccaricato dai flussi migratori".

Il nodo che resta da sciogliere a livello locale è il luogo da destinare per questo centro di transito, che avrà lo scopo di identificare i migranti e per poi ricollocarli in altre strutture.

L'aggiornamento Caritas sui flussi migratori al confine

Per quanto riguarda l'entità dei flussi: "Sono tra i 50 e i 100 i migranti che ogni giorni raggiungono il confine italo francese di Ventimiglia, nel tentativo di espatriare in Francia. Il numero, poi, varia a seconda dei periodi e delle restrizioni, ma resta un'emergenza, specie a fronte di queste temperature invernali", dichiara Maurizio Marmo, presidente della Caritas Intemelia.

"A differenza di un tempo - aggiunge - i migranti non sono più concentrati in unico punto, ma sono sparsi in diverse aree della città con accampamenti lungo la ferrovia, il fiume Roja, la spiaggia o alcuni casolari abbandonati". Molti di loro sono africani provenienti in gran parte da Etiopia o Sudan, ma c'è anche una rotta balcanica con migranti iracheni e Afghani.

"Siamo sempre stati contrari alla chiusura del centro di accoglienza del Parco Roja - conclude Marmo - al momento non esiste alcuna accoglienza e riteniamo che un centro di transito debba essere aperto nelle vicinanze del confine. L'esperienza insegna che gran parte degli stranieri cerca di raggiungere la Francia attraverso Ventimiglia".

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