Comune di Bordighera condannato a risarcire un condominio con 30mila euro
Il Consiglio di Stato ha condannato il Comune di Bordighera ha risarcire con 30mila euro la società "Capo Pino a Mare"
Il Comune di Bordighera condannato a pagare 30mila euro
Il Consiglio di Stato ha condannato il Comune di Bordighera ha risarcire con 30mila euro la società "Capo Pino a Mare", per le spese di progettazione riguardanti un parco pubblico che avrebbe dovuto essere realizzato sopra un parking interrato, i cui lavori sono saltati per via di una modifica al piano di bacino. In pratica, le lungaggini del Comune, consistenti nelle continue richieste di varianti al progetto, tra il 2001 e il 2005, hanno fatto sì che, nel frattempo, cambiasse il Piano di bacino, in base al quale il parcheggio non poteva più essere realizzato.
La notizia è emersa, oggi, nel corso della riunione della commissione consiliare
Affari Generali, che è stata trasmessa via streaming. La somma fa parte di una serie di variazioni di bilancio che l'amministrazione deve approvare, per un ammontare complessivo di 220mila euro, per coprire alcune spese giudiziarie o di contenziosi. La vicenda ha origine nel 2001, quando la società chiede al Comune il titolo edilizio per realizzare il parking interrato, nella zona retrostante il distributore "Esso", in via Vittorio Emanuele.
A scomputo realizzerebbe pure un'area verde sovrastante, per limitare l'impatto visivo. Tuttavia, l'allora piano regolatore prevedeva la stipula di una convenzione tra pubblico e privato. Inizia così un lungo carteggio tra uffici comunali e società Capo Pino che, a quanto pare, prosegue fino al novembre 2015. Sorte vuole, che il 17 novembre dello stesso anno, la Provincia informa il Comune che quell'area in esame (dovrebbe avrebbe dovuto sorgere il parcheggio) è classificata come zona rossa, ovvero a rischio di esondazione.
Il nuovo Piano di bacino blocca l'iter della pratica
E così l'Ufficio Tecnico blocca l'iter della pratica. Tutto bene, se non fosse che nel frattempo la società aveva sostenuto delle spese e che, con un po' più di solerzia da parte dell'amministrazione, forse sarebbe stato possibile anticipare le modifiche al Piano di bacino e realizzare quell'opera.
Dopo anni di trattative, la società Capo Pino presenta ricorso al Tar e chiede un milione di risarcimento; il ricorso viene respinto; così ricorre in Appello, davanti al Consiglio di Stato. Il giudice amministrativo nel confermare che l'opera non si poteva realizzare, riconosce però alla società 30mila euro di risarcimento, a causa delle continue richieste di modifica da parte del Comune e delle conseguenti spese progettuali.