Carcere di Sanremo: la polizia penitenziaria in stato di agitazione
I sindacati della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Sanremo hanno proclamato lo stato di agitazione

Sindacati sul piede di guerra
I sindacati della polizia penitenziaria (Sappe, Fp-Cgil, Fns-Cisl, Osapp, Sinappe e Uspp) in servizio presso il carcere di Sanremo hanno proclamato lo stato di agitazione contro il sovraffollamento, i ritmi stressanti di lavoro e le ripetute aggressioni dei detenuti che, a detta degli agenti, restano in gran parte impunite. Per il prossimo 7 giugno è previsto un incontro con il Prefetto di Imperia e non si esclude un sit-in di protesta nei prossimi giorni, fuori dal carcere.
I motivi dell'agitazione
"L’inerzia dell’Autorità Dirigente nell’applicare le norme contrattuali, sta lentamente portando alla perdita dei diritti dei lavoratori della Polizia Penitenziaria, con gravi ripercussioni organizzative e gestionali - si legge in una nota -. Il personale, sottoposto a continuo stress lavorativo, è oramai allo stremo (...). A ciò si aggiungono le umilianti aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, le ultime due solo nel mese di maggio".
E prosegue: "Il poliziotto penitenziario a Sanremo è ridotto alla mera guardiania, a svolgere compiti che non rientrano nelle proprie mansioni e oltretutto, si sente deriso e delegittimato da una popolazione detenuta, sempre più arrogante e incline a comportamenti antidoverosi. Parrebbe, inoltre che gli eventi critici causati dai detenuti, ed in modo particolare le aggressioni fisiche e verbali nei confronti del personale non seguano adeguate sanzioni disciplinari, o addirittura, numerose sono le doglianze in merito, i procedimenti disciplinari vengono archiviati per perenzione dei termini, generando, di conseguenza, la percezione di un pericoloso clima di impunità tra la popolazione detenuta".
Sotto accusa c'è anche il sovraffollamento, con molti detenuti che hanno problemi psichiatrici. I sindacati chiedono, tra l'altro, un alleggerimento della popolazione detenuta, una "onesta e congrua" assegnazione del personale di polizia penitenziaria e un immediato incontro con il provveditore.