Coronavirus

Confusione e la tragedia di Camilla, rallenta la campagna vaccinale in Liguria

Per la prima volta più dosi che prenotati. Governatore invoca modifiche alla legge sulla privacy "Abbiamo bisogno di togliere questi vincoli"

Confusione e la tragedia di Camilla, rallenta la campagna vaccinale in Liguria
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Il presidente della giunta regionale, è assessore alla sanità Giovanni Toti,  a margine della conferenza di aggiornamento sulla pandemia, ha sottolineato il brusco rallentamento subito dalla campagna vaccinale.

 

Campagna vaccinale, per la prima volta più dosi che prenotati

"Segnaliamo – precisa Toti - un rallentamento di campagna vaccinale. Per la prima volta saremo in grado nelle prossime settimane di vaccinare, sia per dosi che per capacità di somministrazione del sistema sanitario regionale, più persone di quelle che sono prenotate nelle liste".

 

Le concause

"Questo - spiega il governatore - è legato a diverse concause: la confusione comunicativa dei giorni scorsi e il caso tragico di Camilla, la fine della scuola e l’inizio delle ferie, oltre al fatto che le categorie di età più basse si sentano meno esposte alle conseguenze del virus e quindi abbiamo meno fretta di prenotarsi. A conferma di questo, nelle telefonate effettuate per anticipare la data di prenotazione, la maggior parte delle persone preferisce mantenere la data che aveva fissato. Significa che la fretta di accaparrarsi il vaccino sta via via scemando, anche a causa dei dati del Covid che parlano di un ridotto pericolo immediato”.

 

"La Liguria arriverà a quel 75%"

“Voglio però sottolineare – aggiunge - che dovremo poi affrontare la stagione autunnale e i richiami: certamente Regione Liguria arriverà a quel 75% di copertura vaccinale che ci dà una garanzia, ma sarebbe opportuno non mandare a vuoto degli slot vaccinali. Su questo aspetto, nelle prossime settimane, cercheremo di sensibilizzare a livello di comunicazione sanitaria e istituzionale."

 

Governatore invoca modifiche alla legge sulla privacy

Voglio rilevare inoltre che, se non verranno modificate in modo significativo le leggi sulla privacy non sarà possibile, ad esempio ai medici di medicina generale e agli operatori sanitari, che pure hanno dato la loro disponibilità, intervenire in modo adeguato. Per esempio, non è possibile trasmettere agli stessi medici di famiglia gli elenchi dei loro pazienti che non si sono vaccinati, su cui potrebbero intervenire in modo persuasivo spiegando i benefici del vaccino, perché è esplicitamente vietato dal garante della privacy. Se vogliamo incidere davvero su campagna vaccinale che sta andando bene, ma che ora ha bisogno di essere ulteriormente spronata, abbiamo bisogno di togliere questi vincoli”.

 

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