coltivatori disperati

Liguria invasa da 40mila cinghiali. Lo sfogo del titolare di un'azienda agricola, ultima vittima degli ungulati

Aldo Alberto (Cia): "Numeri improponibili e insostenibili. A breve presenteremo una serie di nuove proposte specifiche"

Liguria invasa da 40mila cinghiali. Lo sfogo del titolare di un'azienda agricola, ultima vittima degli ungulati
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L'invasione dei cinghiali in Liguria, dall'entroterra di Imperia a quello del Levante ligure, è ormai arrivata a un punto prossimo al non ritorno. Cia Liguria stima in 40mila esemplari quelli in circolazione, in continua crescita. Senza contare daini e caprioli. Aziende agricole di tutta la Regione lamentano da anni questo problema, i campi travolti, i raccolti danneggiati quando non divorati. L'ultimo grido di dolore arriva da Rezzoaglio, nell'entroterra del Levante ligure, con un post e foto a corredo dell'azienda agricola di Luca Baratelli. Ma le denunce anche nel ponente ligure non si contano più, come la disperazione di agricoltori e privati cittadini che si vedono devastati i loro campi e i loro terreni, spesso a ridosso delle loro case.

Il post di Baratelli

Ciao a tutti! Noi come vedrete nella nostra pagina cerchiamo sempre di non lamentarci e di farvi vedere il lato bello del nostro lavoro e i risultati che otteniamo ma ahimé quest'anno ci ha messi alla prova.
Il fieno dell'estate è stato completamente distrutto da più branchi di cinghiali che è tutta l'estate che girano indisturbati nella nostra zona arrivando dalle case...un campo INTERO di patate DISTRUTTO...ah era completamente recintato.

Ora stiamo raccogliendo le patate negli altri tre appezzamenti e ci stiamo accorgendo che tra daini e cinghiali ci hanno dato un grande danno anche qui pur avendo chiuso con recinto elettrificato tutta la stagione estiva... ma ci rendiamo conto che non è un hobby il nostro? (non sarebbe giusto neanche in quel caso).

Sono già tantissimi anni che non si possono concimare i terreni per avere un raccolto più rigoglioso ma non si può perché se no i cinghiali distruggono più del solito..nei prati è complicato stare in piedi da i buchi creati da questi animali ormai da ANNI...ma tutto questo è normale?Soprattutto quest'anno è una cosa fuori controllo..scusate il lungo sfogo ma questo è uno dei tanti lati negativi del nostro lavoro che è giusto far vedere perché se nessuno dice niente non si può pretendere un cambiamento .Qui sotto abbiamo postato solo alcune delle tante foto dei danni che abbiamo riportato.Purtroppo non basta metterci tutto l'impegno e la passione che si ha...

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Il grido di allarme di  Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria

Nell’ultima annata a fronte di 26.000 cinghiali abbattibili, si è raggiunta a fatica l’obiettivo del 50%. Con una popolazione stimata superiore ai 30 mila  capi, tenendo conto della capacità riproduttiva della specie, significa che la popolazione degli ungulati in Liguria sarà sicuramente più vicina ai 40 mila esemplari.

“ Numeri improponibili ed insostenibili per l’agricoltura e per le aree interne – spiega Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -.  Non si parla ormai di rinaturalizzazione, ma di allevamento monospecie. Quando mai in Liguria abbiamo avuto una presenza di selvatici così intensa? A questi aggiungiamo daini e caprioli e il quadro è completo. La situazione è ormai fuori controllo, abbiamo avanzato proposte concrete legate alla riduzione dei capi presenti ed al loro contenimento, ma assistiamo a resistenze che partendo da presupposti diversi, si sostengono: in questo cacciatori ed ambientalisti riescono a fare – inconsciamente – fronte unico”.

Le ormai quotidiane  notizie sulla presenza  di animali selvatici in aree rurali con il conseguente  corredo di danni alle attività agricole ed alle infrastrutture, così come in aree urbane e periurbane caratterizzate da episodi gravi e comunque pericolosi, rischiano di divenire normalità.

“ Il tema continua ad essere affrontato  senza alcuna priorità valoriale - aggiunge Alberto - continuando in un minestrone di opinioni che mettono tutto sullo stesso piano, lavoro e divertimento, presunta biodiversità e rinaturalizzazione a fronte di una vera e propria colonizzazione dei territori.  Non possiamo continuare in questo modo. Abbiamo provato e riprovato a sensibilizzare la politica ed i decisori, abbiamo avuto il sostegno di decine di Sindaci, abbiamo tentato un colloquio costruttivo con i cacciatori, ma i risultati sono parole vuote o peggio vere e proprie prese in giro, con il chiaro intento di “tirare a campare” senza dare soluzioni adeguate al problema. Evitando di inimicarsi qualsiasi categoria, ad esclusione dell’ agricoltura, che non pare essere degna di adeguata attenzione.
A breve presenteremo una serie di nuove proposte specifiche. Questa annata deve segnare un cambio di passo, ne va della sopravvivenza di un intero settore e del nostro territorio”.

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