Ecco i numeri liguri del Superbonus 110%
Bene gli incentivi, ma il settore resta martoriato dalla carenza di manodopera e dai prezzi delle materie prime alle stelle.
356 edifici, 52,9 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione,
61,8% di lavori realizzati per un totale di quasi 32,7 milioni di euro di investimenti. Quasi 58,2 milioni di detrazioni previste a fine lavori
(dunque oneri a carico dello Stato), di cui 35,9 milioni maturati per lavori conclusi. Sono i numeri liguri del Superbonus 110%, resi noti dall'ultimo report dell'Enea e del ministero per la Transizione ecologica, aggiornato al 31 agosto 2021.
Quota consumatori al massimo storico
Numeri che, in Liguria così come in Italia, dimostrano quanto gli incentivi fiscali stiano sostenendo la domanda di manutenzione degli immobili: nel secondo trimestre del 2021 la quota di consumatori che indicano certa o probabile una ristrutturazione della propria abitazione o raggiunge il massimo storico del 22,9%.
"Riforme devono diventare strutturali"
«Sicuramente i bonus fiscali hanno portato un incremento del lavoro e
hanno dato una prima importante spinta alla ripartenza del settore. Ma non
mancano le criticità, molte e da attenzionare – fa notare Paolo Figoli,
presidente di Confartigianato La Spezia e recentemente eletto vicepresidente nazionale di Anaepa Confartigianato Edilizia, carica che manterrà fino al 2025 – Prima di tutto è cruciale che le proroghe dei bonus vengano definite al più presto. Inoltre, è decisivo che tali riforme diventino strutturali. Se così non fosse, il rischio è che tutto questo si
riduca a un fuoco di paglia, deleterio per le nostre imprese e inutile per
la ripresa del settore. Non dimentichiamo poi il problema del rincaro dei prezzi delle materie prime: nei lavori pubblici abbiamo ottenuto una revisione dei prezzi dell'8% per le lavorazioni che rientrano nel rincaro,
ma l'ambito privato resta escluso da questo piccolo beneficio».
Prezzi delle materie prime alle stelle
Sull'argomento, gli fa eco Vito Mangano, presidente regionale dei costruttori edili di Confartigianato: «I ponteggi e le materie prime scarseggiano e i loro prezzi sono alle stelle – ribadisce – I rincari sono arrivati a toccare in alcuni casi anche il 40% e il 50%. Bisogna agire sul prezzario regionale e nazionale. Il governo deve muoversi subito e con un
intervento forte e deciso: se andiamo avanti così l'edilizia non solo non
si riprende, ma si fermerà del tutto». In particolare, a giugno 2021, i costi delle commodities non energetiche risultano in crescita del 39,1% su base annua, mentre le attese sui prezzi delle costruzioni ad agosto 2021 balzano ai massimi da settembre del 2004. L’attività di quasi un'impresa su dieci (9%) è ostacolata proprio dalla difficoltà di reperimento delle materie prime.
Carenza di manodopera
A tutto ciò si aggiunge il nodo della manodopera: «Mancano le figure
professionali specializzate – sottolinea Mangano – Senza la forza lavoro
adeguata e con tutto il personale già impiegato in altri incarichi, per le
nostre imprese è impossibile accettare nuove commesse». La difficoltà di
reperimento del personale, a livello nazionale, ad agosto 2021 arriva al
44,5% delle entrate di operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, oltre nove punti superiore al 35,3% di un anno prima e risultando ampiamente superiore al 39,7% della media degli operai specializzati. «Occorre fare un ragionamento insieme agli enti di formazione – conclude Figoli – Non solo in termini di numero e di
adeguatezza dei corsi, ma anche per lavorare sotto l'aspetto culturale: il
mestiere artigiano deve essere più valorizzato tra i giovani e le famiglie».