Gabbiano torturato sul lungomare, picchiato e legato con una corda
Azioni legali da parte di Animal Protection. Il presidente Piera Rosati "Non è una bravata, è pura crudeltà".
Sul lungomare di Oneglia, nel comune di Imperia, si è consumato un episodio di enorme gravità. Alcuni ragazzi si sono “divertiti” a torturare e seviziare un gabbiano che non riusciva a volare.
Gabbiano torturato a Imperia
Il povero uccello è stato picchiato e gli hanno versato addosso della birra, per poi legarlo con una corda. Tutto questo è stato immortalato in un video e pubblicato sui social, come se quello che stava succedendo fosse una cosa divertente e non uno dei peggiori esempi di crudeltà da compiere nei confronti di un animale indifeso. Il filmato verrà fornito alle forze dell’ordine per le indagini del caso.
"Nessun segno di empatia"
“Quello che si vede nel video è terribile e la cosa più angosciante è che per questi ragazzi sembra essere tutto un gioco”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Non voglio pensare che queste nuove generazioni siano peggiori delle precedenti, ma questo episodio è veramente preoccupante. I giovani coinvolti in questa vicenda, dagli aggressori diretti a quelli che riprendono la scena, non mostrano un minimo di empatia e di compassione per una vita e per una creatura che sta soffrendo. Tutta questa violenza gratuita è gravissima ed è necessario risalire alle identità di tutti loro per prendere i dovuti provvedimenti, anche nei confronti delle famiglie che evidentemente non sono state in grado di educare questi ragazzi nel modo corretto.”
"Non è una bravata"
“Il nostro team legale è al lavoro per sporgere denuncia contro ignoti nella speranza che, essendo stato caricato su un social, si riesca a identificare chi l’ha pubblicato e di conseguenza anche chi materialmente ha brutalizzato in quel modo crudele il povero gabbiano, di cui peraltro non sappiamo cosa ne è stato. Auspichiamo che le forze dell’ordine e la magistratura facciano tutto il possibile per trovare i colpevoli di questa terribile crudeltà, sia per tentare di rieducarli sia per lanciare un messaggio di tolleranza zero verso questi comportamenti incivili e violenti che sono sempre predittivi di maggiore violenza verso altre creature, umane e non. Sarebbe infatti molto pericoloso derubricare tutto sotto la voce ‘bravata’. Questa non è una bravata e non è una cosa di cui andare fieri, come evidentemente pensavano mettendo il filmato in rete, ma un comportamento inaccettabile e pericoloso”, conclude Rosati.