Dal PNRR 190 milioni di euro per la sanità ligure
Ecco i dettagli di che cosa si ha intenzione di realizzare in provincia di Imperia: dalle case di Comunità alle Centrali territoriali.
La definizione logistica delle 33 case di comunità, degli 11 ospedali di comunità e delle 16 centrali operative territoriali che saranno realizzati in Liguria con i fondi del Pnrr, per complessivi 189 milioni di euro, destinati in parte anche a interventi di adeguamento alle normative antisismiche, alla digitalizzazione e all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature, è stata al centro dell’intervento del presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti oggi in Commissione Salute, insieme ai componenti della Struttura di missione per la sanità ligure, coordinata da Giuseppe Profiti, e al direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi e al direttore del Dipartimento Salute Francesco Quaglia.
Investimenti per 89 milioni di euro
In particolare, dei 189 milioni di euro assegnati alla Liguria dal riparto nazionale, 70 milioni di euro saranno destinati alla realizzazione delle Case di Comunità, degli Ospedali di Comunità e delle Centrali operative territoriali, 50 milioni per interventi antisismici, 34 milioni per la digitalizzazione e 28 milioni per nuove attrezzature.
“Quella di oggi – spiega Toti - è la prima definizione del Pnrr per quanto riguarda la modernizzazione della rete territoriale di presa in carico dei cittadini: questo processo inizierà il 28 febbraio, con l’inserimento dei dati sulla piattaforma ministeriale, e si concluderà con l’accordo Stato – Regioni a fine maggio. È importante sottolineare che quando l’ospedale di comunità viene individuato all’interno di un presidio ospedaliero l’offerta dell’ospedale di comunità non esaurisce l’offerta di servizi sanitari territoriali ma potrà essere anche integrativa: ad esempio a Cairo Montenotte, l’offerta non si esaurisce con l’ospedale di comunità ma prevede, ad esempio, anche la riabilitazione post acuti e altre prestazioni integrate della Casa di Comunità. Per quanto riguarda l’organico medico delle Case di comunità, è previsto dal piano nazionale che venga coperto dai medici di medicina generale, che, in base alla riforma nazionale in fase preparatoria, saranno tenuti a mettere a disposizione circa 18 ore lavorative settimanali dei distretti sociosanitari”.
Il riparto
In particolare, in Asl1 sono previste 5 Case di Comunità, 1 Ospedale di Comunità e 2 Cot-Centrali Operative Territoriali; in Asl2 sono previste 6 Case di Comunità, 2 Ospedali di Comunità e 3 Cot; in Asl3 sono previste 14 Case di Comunità, 4 Ospedali di Comunità e 6 Cot; in Asl4 sono previste 3 Case di Comunità, 2 Ospedali di Comunità e 2 Cot; in Asl5 saranno realizzate 5 Case di Comunità, 2 Ospedali di Comunità e 3 Cot.
“Le Case di Comunità – prosegue Toti – accoglieranno anche il ‘Punto unico di accesso dei bisogni socioassistenziali e sociosanitari’, costituendo quindi una “cerniera” per garantire un’elevata integrazione tra i servizi in carico agli enti locali e quelli in carico alle aziende sanitarie”.
I criteri di localizzazione
Circa i criteri di localizzazione, il coordinatore della Struttura di Missione Giuseppe Profiti ha spiegato che “si è tenuto conto dell’analisi dei fabbisogni e, ancor prima, dei bacini di utenza con le relative caratteristiche anagrafiche, oltre che dell’esigenza di recuperare strutture del patrimonio edilizio esistente visto che il Pnnr non prevede la loro realizzazione ex novo. Dobbiamo sempre tener presente alcuni elementi fortemente vincolanti: l’elemento temporale, con le scadenze cogenti e non rinviabili negoziate dal governo con l’Unione Europea per cui entro la fine di quest’anno dovranno essere progettati gli interventi, entro la fine del 2023 è prevista la conclusione delle procedure di gara mentre il 31 dicembre 2026 è il termine ultimo per l’erogazione del corrispettivo all’aggiudicatario delle gare. È evidente che questo influenza la tipologia e la localizzazione delle strutture. Questa rete è costituita dai punti ‘hub’ di una rete più ampia che vedrà anche altre Case di Comunità ‘spoke’ gestite da modelli organizzativi basati su forme di associazione dei medici di medicina generale e che saranno accreditate dal servizio sanitario regionale in relazione ai servizi erogati. Il numero di Case di Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali operative territoriali - conclude - è il numero minimo obbligatorio previsto per la Liguria nell’ambito delle strutture che il governo si è impegnato a realizzare entro il 2026”.