Ventimiglia: 300 persone in piazza per la pace in Ucraina
Ventimiglia scende in piazza per la pace in Ucraina
Sono circa 300 le persone, che nel pomeriggio si sono radunate, tra via Aprosio e via della Repubblica per una manifestazione per la pace organizzata dalla “Scuola di Pace”, di Ventimiglia.
“Non è un’operazione militare come la chiamano in Russia, ma una guerra - ha detto Yevheniya Lysohor, pianista ucraina di 32 anni, che da tempo vive in Italia -. Le notizie ci riferiscono di bombardamenti, arrivano i carri armati. Noi stiamo morendo, stanno ammazzando le nostre città, la nostra cultura e la nostra storia. Ieri hanno bombardato la piazza di indipendenza di Kharkiv, dove abitano anche tantissimi russi oltre che ucraini, che è la più grande d’Europa”.
Ed ha aggiunto: “E’ un crimine contro l'umanità, dobbiamo pensare come proteggere i bambini in questo pianeta, tutti devono essere protetti indipendentemente dal fatto che siano russi, ucraini o italiani. Dobbiamo spingere le autorità a fermare questo orrore. Abbiamo bisogno di cibo e medicine, una mia amica ha partorito nel parcheggio sotterraneo. Hanno bombardato l'ospedale dove nascono i bambini. Non soltanto la Russia ci sta attaccando. Purtroppo anche la Bielorussia manda in soldati nella nostra terra. Noi siamo almeno geograficamente in Europa: quando siamo diventati indipendenti abbiamo deciso di non stare più con l’Unione Sovietica, ma abbiamo preso la strada per l’Europa e la democrazia”. Yevheniya lancia un appello ai russi a protestare, organizzarsi in masse e scendere in strada.
“La mia famiglia: mamma, papà e fratello, vive vicino alla capitale Kiev - afferma Nadia Soprano, ucraina che abita a Camporosso - dove stanno bombardando. Tre volte al giorno scendono nelle cantine a nascondersi. Siamo qui col nostro dolore e lanciamo un grido a tutto il pianeta. Gli italiani sono molto vicini al nostro popolo, come tutta Europa e questo è un grande appoggio, grazie”.
Alla manifestazione è intervenuto anche Luciano Codarri della Scuola di Pace: “E’ un appello alla pace, che ognuno di noi fa a sé stesso. La pace uno se la deve costruire dentro. Occorre capire che la pace non è un regalo, che viene dal cielo e va costruita tutti i giorni anche al costo di sacrifici. Siamo in un mondo attraversato da enormi guerre, non rendercene conto e non capire, che siamo sull’orlo di un baratro, è pericoloso”.