Arrivati i primi ucraini a Imperia ospitati da famiglie italiane
Partiti nel pomeriggio di ieri sono arrivati i primi profughi nella nostra provincia
Partiti ieri pomeriggio dal confine con l'Ungheria
Ci sono Viktor e Valentina, Helga, Irina e la lista potrebbe proseguire. Sono ventitré i profughi ucraini, soprattutto donne e bambini, in fuga dalla guerra, che nel primo pomeriggio sono arrivati con un pullman al casello di Imperia Ovest, dove ade attenderli c'era un gruppo di loro connazionali, abitante a Imperia, che ha organizzato un punto di accoglienza, offrendo loro un rinfresco e la possibilità di effettuare un tampone rapido, prima di raggiungere ognuno la propria destinazione presso alcune famiglie locali, che si sono offerte di ospitarli. Altri profughi dovrebbero giungere, in serata e domani, passando da Milano e Vienna.
La storia di Viktor e Valentina
“C’erano i carri armati che sparavano a trenta metri da noi - raccontano Valentin e il marito Viktor, che provengono da Bucha, un centro distante trenta chilometri da Kiev -. Ora la nostra casa non c’è più, è rimasta solo cenere. Un missile l’ha distrutta”. I due coniugi raccontano, che quando sono scappati la loro città è stata occupata dai russi. “Bucha è il località più bombardata - aggiungono -. I nostri vicini ci hanno accompagnato al confine con la Slovenia”.
La figlia, il marito e la nipote, invece, hanno impiegato quattro ore per uscire dal Paese. Tra un pezzo di pizza e di focaccia e una bevanda calda, i bambini ne approfittano per giocare un po’: chi con le costruzioni e i pennarelli, chi con lavagna e gessetto o con alcuni educatori. Nei loro occhi si legge l’innocenza di chi ha lasciato in fretta e furia una casa, ma ha trovato il calore di una nuova comunità.
“I profughi verranno ospitati da famiglie private, che hanno dato la loro disponibilità per solidarietà umana - spiega l'imperiese Matteo Lodi, promotore dell'iniziativa -. Abbiamo creato un ponte umanitario privato”. Gran parte dei profughi sono stati raccolti al confine con l’Ungheria ed hanno impiegato venticinque ore circa di viaggio, prima di raggiungere Imperia. “E' un ponte che si sta allargando, perché ogni giorno mi chiamano tra le cinque e le dieci famiglie disponibili ad ospitare. Mettono a disposizione parti della propria casa, appartamenti adiacenti, dependance. C'è chi non ha casa e allora mette a disposizione la macchina, mette il tempo e ciò che ha. E' una gara di solidarietà dal basso”.
Tra i profughi c'è anche una famiglia intera
l'unica in cui anche il padre è potuto fuggire “perché ha tre figli minorenni e non è stato obbligato a combattere - aggiunge Lodi -. Un altro padre arriverà domani, perché ha avuto un'operazione chirurgica e quindi non è stato obbligato alla guerra”.
Dopo il primo tampone effettuato dai volontari allo svincolo autostradale, tra lunedì e martedì gli ucraini si recheranno agli hub gestiti da Asl 1 per sottoporsi a un secondo tampone e all'eventuale vaccinazione. Molte le ragazze della comunità ucraina imperiese che si sono prodigate per aiutare i loro connazionali e fare da tramite con le autorità locali, anche come interpreti. Una di loro è Rostislava: “Abito da undici anni a Imperia. In questi giorni è arrivata mia cugina con il bambino piccolo. Sono qui ad aiutare una mia amica, che deve ospitare una famiglia a casa, così la posso aiutare anche con la traduzione”.