Accuse di truffa nella gestione dei migranti a Vallecrosia e Sanremo: il processo è da rifare
L’istanza derivava dal fatto, che il reato più importante ipotizzato dalla Procura di Imperia, l’autoriciclaggio era stato commesso a Cuneo
Il Collegio di Imperia ha riconosciuto la competenza del tribunale di Cuneo
Il giudice collegiale di Imperia (presidente Carlo Alberto Indellicati) ha accolto, oggi, all’apertura del dibattimento, l’eccezione di incompetenza territoriale del tribunale di Imperia presentata dalla difesa degli imputati, al processo relativo all'operazione Patroclo, che il 17 luglio 2019 portò in carcere quattro persone (tra cui i soci occulti della cooperativa sociale Caribu), per una presunta frode sui contributi statali destinati ai migranti, nella gestione dei centri di accoglienza di Sanremo e Vallecrosia.
Il motivo
L’istanza derivava dal fatto, che il reato più importante ipotizzato dalla Procura di Imperia, l’autoriciclaggio era stato commesso a Cuneo, dove secondo l’accusa venivano investiti i soldi illecitamente percepiti. Il tribunale ha così tramesso gli atti alla procura del capoluogo di provincia piemontese, per l’apertura di un nuova fase istruttoria. Personaggi chiave dell’inchiesta sono Gianni Morra, 65 anni, di Cuneo e la fidanzata di lui, Manuela De Mita, 51 anni, di Asti, finiti nei guai assieme a Guido Tabasso, 70 anni, avvocato di Torino, col ruolo di consulente e Antonella Morra, 61 anni, residente a Cuneo, sorella di Gianni. Gli indagati sono tutti accusati, a vario titolo, di truffa, frode e autoriciclaggio.
La ricostruzione dei fatti
Secondo gli allora magistrati Grazia Pradella (all’epoca procuratore aggiunto di Imperia) e Francesca Buganè Pedretti, la cooperativa sociale onlus Caribu, di Cuneo, aveva adottato uno stratagemma per trattenere dal 50 al 70 per cento dei contributi statali destinati ai migranti, denaro poi investito in società di famiglia dei presunti soci occulti. Secondo gli inquirenti ci sarebbero state fatture rimborsate sei o sette volte per vari periodi di tempo. Ma non è tutto. Agli indagati viene pure contestato di aver gonfiato il numero di ospiti per ottenere maggiori contributi.
"Tra i metodi per risparmiare c'era lo sfruttamento del lavoro e un trattamento inaccettabile delle condizioni fisiche e psichiche dei migranti - dichiarò Pradella -. Il gip nella sua ordinanza dice che venivano trattati come bestie. Abbiamo delle intercettazioni in cui si disquisisce sul tipo di cibo da dare e viene deciso di somministrare polmone con varie frattaglie per ottimizzare i costi: un tipo di cibo che probabilmente le persone non danno neppure ai loro gatti. Chi provava a ribellarsi, abbiamo la prova in un'intercettazione, è stato picchiato e umiliato”. Per l’avvocato Stefano Campanello (legale di Giovanni Morra): “Non è stata una sorpresa, che abbiamo tirato fuori oggi per la prima volta. E’ da agosto del 2019, quando abbiamo sostenuto il Riesame, che solleviamo questo problema, finora rimasto inascoltato”.
Foto di repertorio