Cultura in lutto

Morto Ninetto Silvano, fondatore della Compagnia Stabile di Sanremo

Cordoglio anche della Famija Sanremasca

Morto Ninetto Silvano, fondatore della Compagnia Stabile di Sanremo
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Il cordoglio della Famija Sanremasca

"Con profonda tristezza abbiamo appreso che questa notte è mancato Ninetto Silvano, Cittadino Benemerito. Il Presidente, il Consiglio Direttivo e tutta La Famija Sanremasca porgono le più sentite condoglianze ai familiari" queste le parole postate su facebook da Marco Mauro per annunciare la morte di Silvano.

Ninetto Silvano era tra i soci fondatori della Compagnia Stabile di Sanremo per la quale aveva anche recitato e aveva 94 anni.

Un uomo di grande cultura, protagonista di molte lezioni anche all'Università della Terza Età.

Il ricordo della Compagnia Stabile

"Nato nel 1928, uno dei più preparati e versatili caratteristi della Compagnia Stabile; inizia a recitare all’età di 11 anni: primo attore nell’operetta “La ragazza ungherese” di Corona sotto la direzione del M.o Valcasara al Teatro Principe Amedeo, si trova a sostituire il titolare : l’esperienza lo spinge a proseguire la recitazione al Teatro Matuziano della Federazione Operaia, recitando nelle commedie di Gin de Stefani, in vernacolo sanremasco.

In lingua, affianca Eliana ed Eugenio Pollone, e collabora con grandi del teatro, con la compagnia di Annibale Ninchi, al Casinò, tanto che gli viene proposto di andare a recitare a Roma, ma il dovere del suo mestiere, il panettiere, lo trattiene a Sanremo.

Ninetto Silvano divenne socio fondatore della Compagnia Stabile città di Sanremo e fece parte del gruppo di teatranti guidato da Nini Sappia, che, dal palco del piccolo teatro della Federazione Operaia di via Corradi, giunse alle esibizioni al Teatro Ariston in occasione dei festeggiamenti patronali.

Definito “ avido di personaggi da capire, interpretare e vivificare”, Ninetto impersona svariate figure tipiche della città, ricevendo numerosi riconoscimenti.

La sua sensibilità risalta in modo toccante nella lettura di poesie in dialetto mentre la grande esperienza accumulata, la sua moderatezza, lo rendono un regista “speciale”.

Conservare il dialetto e le patrie memorie per lui non era retorica né vacua nostalgia di un tempo passato, ma impegno attivo e testimonianza di senso civico, per trasmettere a tutti il valore dell’appartenenza a una comunità che nella lingua tramanda una cultura preziosa.

 

La storia del teatro è fatta anche di colpi di scena

involontari, per cui sono numerosissimi i ricordi di errori trasformati in battute, come successe a Ninetto che, ne :

U preve american, impersonando la parte di un sacerdote, dice:- L’abbiamo infornato- anziché “ informato

tradendo la sua deformazione professionale di panettiere.

L’ elenco delle situazioni divertenti ma imbarazzanti sulle scene, continua in L’agnima in giandezu, in cui l’attrice non ricorda la battuta “...ma il cuore è sempre giovane”, per cui Ninetto cerca di aiutarla ripetendo a fior di labbra :- Il cuore...il cuore...- L’attrice si spaventa, pensando ad un attacco di cuore, ed i tempi teatrali si allungano...e ancora, in Daighe au luvu!, non si riuscivaa trovare Ninetto perché...improvvisamente scappato a sposarsi!

  Ninetto Silvano e l’altra grande passione, la musica, passione ereditata dai nipoti

Amante della musica classica, ha studiato violino per molti anni e, sotto la guida del M.o Attilio Panizzi ha fatto parte del complesso mandolinistico “Euterpe”.

Bona a vui, Maistru!"

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