ABITAVA A CAPO NERO

Addio a Christoforo Di Martino soldato pluridecorato e imprenditore nella ristorazione

Di origini siciliane, era nato a Casablanca, dove i genitori si erano trasferiti a fine ‘800 per motivi di lavoro

Addio a Christoforo Di Martino soldato pluridecorato e imprenditore nella ristorazione
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Christoforo era molto conosciuto e amato, sopratutto a Capo Nero

E' cordoglio a Sanremo per la morte di Christoforo Roberto Di Martino, 97 anni, abitante a Capo Nero. Di origini siciliane, era nato a Casablanca, dove i genitori si erano trasferiti a fine ‘800 per motivi di lavoro (il papà era muratore). Dai primi del 2000 viveva nella città dei Fiori. La sua è stata una vita così intensa, che ci si potrebbe scrivere un libro. “Mi raccontava che i genitori erano stati costretti a prendere la cittadinanza francese, in Marocco - spiega Marco Vigna - e che aveva visto, per la prima volta, piangere suo padre, costretto a rinunciare alla cittadinanza italiana. Se non fosse diventato francese, infatti, avrebbe perso il lavoro”.

Per l’esercito transalpino aveva combattuto come soldato in diverse “campagne”

durante la seconda guerra mondiale. “Era stato insignito della Croce di Ferro al valore, uno dei massimi riconoscimenti francesi, per aver salvato una decina di persone da una imboscata - prosegue Vigna - ed aveva anche ricevuto due medaglie da Eisenhower per l’impegno militare”.

Terminata la guerra, Cristoforo apre una catena di locali a Marsiglia

nella zona del porto, mettendo su un piccolo impero, che poi lascia alla famiglia. “Era dotato di una cultura eccezionale, malgrado non avesse avuto occasione di studiare. Era anche dinamico e pieno di iniziative. Pensi, che guidava ancora l’auto e rinnovava la patente ogni anno. Era anche molto particolare. Aveva chiamato il proprio gatto Patton, come il generale statunitense della seconda guerra mondiale”. Christoforo era molto conosciuto dalla clientela della paninoteca Gandola, che spesso frequentava con gli amici e tutti lo ricordano con affetto e simpatia. “A Capo Nero siamo come una piccola grande famiglia - conclude Vigna - dove ci si frequenta, si mangia a casa di uno o dell’altro e si consolida l’amicizia”.

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