ARTIOLI (LIGURIA POPOLARE) SU RIVIERACQUA

"Biancheri da pasdaran dell'acqua pubblica a fautore della privatizzazione"

"Apprese le dichiarazioni del sindaco Biancheri, non si può non qualificare le stesse come il trionfo dell'ipocrisia"

"Biancheri da pasdaran dell'acqua pubblica a fautore della privatizzazione"
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Il consigliere Artioli va giù duro contro il sindaco Biancheri

"Apprese le dichiarazioni del sindaco Biancheri, non si può non qualificare le stesse come il trionfo dell'ipocrisia, vero esempio di lacrime di coccodrillo". Così il consigliere comunale Andrea Artioli (Liguria Popolare), di Sanremo, risponde al recente intervento del primo cittadino sulla privatizzazione di Rivieracqua, il gestore unico del ciclo integrato delle acque in provincia di Imperia.

"Prima a ottobre 2021, quando Rivieracqua presentava un bilancio 2020 in passivo di 1,6 milioni - prosegue - Biancheri era un pasdaran dell'acqua pubblica, tanto da far approvare alla maggioranza un ordine del giorno per il mantenimento dell'acqua pubblica, mentre a luglio 2022, quando Rivieracqua presenta un bilancio 2021 in attivo di 1,95 milioni, con miglioramento su base annua di 3,55 milioni, improvvisamente fa inversione a U e diventa il primo fautore della privatizzazione".

E ancora: "Tutto ciò senza spiegare cosa sia successo, chi sia intervenuto, quali argomenti e da chi gli siano stati portati o, peggio, chi abbia saputo essere così persuasivo da fargli cambiare idea, tanto che i consiglieri di maggioranza, tranne un'eccezione meritevole di apprezzamento, da cavalieri del riscatto sanremese son diventati schiavi egizi che portano i blocchi di pietra per l'edificazione della piramide del faraone a Imperia".

Aggiunge Artioli: "Perché l'amministrazione Banchieri non ha saputo nemmeno mantenere la sede legale di Rivieracqua, che ha assorbito Amaie unico soggetto degno di nota in Provincia dal punto di vista industriale nel ramo idrico, avendo le licenze e le pompe per mungere acqua dal Roya, oltre che la diga di Tenarda e l'acquedotto del Roya, tutte infrastrutture costruite coi risparmi dei sanremesi, nella città di Sanremo".

Secondo Artioli di tratta di: "Un vero scippo sul quale adesso Biancheri versa lacrime che però sono e rimangono lacrime da coccodrillo. Un'ultima osservazione: 25 milioni di debito spalmati sui 230.000 residenti del comprensorio dell'Ato idrico corrispondono a nemmeno 110 euro a testa. Se non si è riusciti a recuperare tale folle cifra è perché la volontà politica, al di là dei piagnistei di facciata, è quella di vendere, o meglio svendere, l'acqua pubblica Ci si dica almeno il perché e per fare un favore a chi. Questo Biancheri ce lo deve".

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