L'inchiesta sul depuratore di Imperia si chiude con due indagati. Le accuse

L’inchiesta della procura di Imperia è per inquinamento ambientale, getto pericoloso di cose e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità

L'inchiesta sul depuratore di Imperia si chiude con due indagati. Le accuse
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L'inchiesta della Procura di Imperia si chiude con due indagati

Si chiude con due indagati: Valter Cammelli, amministratore delegato di Amat la società mista che gestiva l’acquedotto di Imperia, prima del passaggio a Rivieracqua (gestore unico del ciclo integrato delle acque in provincia) e Valerio Chiarelli, direttore esecutivo di quest’ultima, l’inchiesta della locale procura  per inquinamento ambientale, getto pericoloso di cose e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, che tocca da vicino il depuratore comunale di Imperia. A Cammelli (difeso dall’avvocato Stefano Savi, di Genova) e a Chiarelli (difeso dall’avvocato Fausto Mazzitelli, di Savona) si contesta in particolare di non aver ottemperato all'ordinanza sindacale contingibile e urgente (del 24 gennaio 2020).

Il dettaglio delle accuse

"Più in particolare - si legge nell’avviso di conclusione indagini - a seguito dell'ordinanza emessa, Amat ometteva di effettuare gli interventi utili e necessari al ripristino della perfetta funzionalità della condotta di rilancio a mare delle acque depurate, in uscita dall'impianto di depurazione comprensoriale e dello sfioratore di emergenza”. Rivieracqua: “Ometteva di adottare gli accorgimenti atti ad evitare afflussi di acque dall'impianto di depurazione alla stazione di rilancio a mare, interventi definiti ‘improcrastinabili al fine di mantenere il corretto funzionamento dell'impianto di depurazione’ delle acque reflue della Città di Imperia dall'Ordinanza Sindacale contingibile e Urgente”.

A loro carico c’è anche l’accusa di aver versato

Nello specchio acqueo antistante la città di Imperia ovvero, nello specifico, in corrispondenza della foce del torrente Impero e nei pressi della scogliera in località Ferriere, reflui dell'impianto di depurazione cittadino ovvero sostanze atte a imbrattare e/o a molestare persone, omettendo di eseguire la riparazione della condotta di rilancio a mare dei reflui di detto impianto; più in particolare, nei periodi della rispettiva gestione delle condotte di rilancio dei reflui urbani (dal 24 gennaio al primo febbraio 2020 per Amat e dal primo febbraio 2020 ad oggi per Rivieracdqua, ndr) omettevano di dare corso agli interventi di ripristino della condotta di rilancio a mare e dello sfioratore di emergenza della Stazione ‘ex-ferriere’, ingiunti con l'ordinanza sindacale contingibile e urgente (…), in tal modo provocando l'immissione nel corpo recettore di acque non depurate, maleodoranti e torbide”.

A Chiarelli soltanto viene contestato il fatto di aver cagionato

abusivamente dall'1.10.2021 al 14.03.2022, per colpa, un deterioramento significativo e misurabile delle acque dello specchio acqueo antistante la città di Imperia ovvero, nello specifico, tra gli abitati di Borgo Marina ed Oneglia, zona assoggettata a vincolo paesistico-ambientale, mediante sversamento di reflui fognari provenienti della rete 'cittadina con riversamento degli stessi in mare, in corrispondenza della scogliera adiacente al depuratore comunale di Imperia, della foce del torrente Impero, della banchina denominata "Hall del Mare", del tratto portuale del porto di Oneglia denominato “Avamporto””.

E prosegue: “Più in particolare, nel periodo di interruzione del funzionamento del depuratore cittadino, disposta con l'ordinanza contingibile e urgente (…), per consentire la riparazione della condotta di rilancio in mare, denominata "ex-ferriere", ometteva di attivare la condotta di rilancio di emergenza, non utilizzabile, a causa della mancanza di una regolare gestione degli interventi manutentivi a carico dell'ente gestore, in tal modo provocando il rilascio del refluo non trattato direttamente nel corpo recettore marino, nelle zone sopra specificate, attraverso l'attivazione degli scarichi di emergenza delle altre stazioni di sollevamento fognario ubicate lungo la costa, e dunque cagionando l'intorbidimento delle acque e l'emissione di odori nauseabondi, documentati dai verbali delle operazioni compiute della Capitaneria di Porto di Imperia (…) il superamento dei valori delle sostanze (…) ovvero, nello specifico, escherichia coli; azoto ammoniacale; solidi sospesi (…). Con l'aggravante di avere prodotto l'inquinamento in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale”.

Fabrizio Tenerelli

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