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Giovani e lavoro, la crisi colpisce duramente: a rischio un'azienda agricola su quattro

La crisi economica si abbatte sulle aziende agricole: il 25% delle aziende giovani è costretta a tagliare i raccolti a causa dei rincari

Giovani e lavoro, la crisi colpisce duramente: a rischio un'azienda agricola su quattro
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Preoccupante report dalla Coldiretti: a causa dell'attuale crisi economica un'azienda agricola su quattro è a rischio

Il 25% delle aziende giovani italiane è costretta a tagliare i raccolti a causa dei rincari

Un giovane agricoltore su quattro (vale a dire circa il 25% del totale) ha dovuto ridurre la propria produzione a causa dei rincari energetici aggravati dalla guerra in Ucraina, che hanno provocato un aumento record dei costi: dal gasolio ai concimi, dai mangimi ai materiali per l’imballaggio. Tutto questo mette in pericolo il futuro di un’intera generazione, impegnata a lottare per l’autosufficienza alimentare ed energetica. Questo è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti, diffusa ieri in occasione della clamorosa protesta che ha avuto luogo al Villaggio Coldiretti di Milano

Tra le migliaia di contadini che hanno lasciato le campagne per scendere in piazza insieme al Presidente della Confederazione Nazionale vi è anche una delegazione di giovani imprenditori liguri, che resteranno al Villaggio di Milano per tutta la durata della manifestazione.

“Vestiti dei propri indumenti e imbracciando gli strumenti di lavoro" spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale "ieri i giovani manifestanti si sono muniti di cartelli e sono scesi in piazza contro i rincari. Molti di loro hanno portato con sé le proprie produzioni, da salumi e formaggi a frutta specialità locali, messe oggi sempre più a rischio dai rincari energetici, che non risparmiano neppure la parte più avanzata del settore agricolo, diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni”.

I giovani: una preziosa risorsa per l'innovazione

“Le imprese giovani – continuano Boeri e Rivarossa – hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore, impegnandosi in attività multifunzionali che con la crisi energetica sono diventate sempre più strategiche. Ne sono esempi la produzione di energie rinnovabili per contribuire all’autosufficienza delle fonti di approvvigionamento, lo sviluppo della filiera corta con la vendita diretta che abbatte i trasporti e l’agricoltura sociale per il superamento delle diseguaglianze. Ma non solo: queste sono più grandi e più orientate al mercato, e il loro livello di digitalizzazione, nel complesso, è il doppio di quello dell’agricoltura tradizionale, così come più elevata risulta la propensione all'innovazione. Secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat e Ismea, infatti, il 24,4% dei giovani risulta aver realizzato almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020, a fronte del 9,7% dei lavoratori agricoli meno giovani. Non a caso, quasi un’impresa agricola giovane su tre (31%) applica oggi tecniche di agricoltura di precisione 4.0”.

Un fenomeno, questo, che rischia ora di essere messo all’angolo dall’esplosione dei costi alimentata dalla guerra, che si aggiunge ai problemi già causati dalla burocrazia e dai suoi meccanismi, che sottraggono alle aziende 100 giorni di lavoro e spesso ostacolano spesso lo stesso accesso alle risorse comunitarie.

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