LA RICOSTRUZIONE

Fuga dopo il mortale in A10: arresti domiciliari e braccialetto elettronico per l'automobilista

Il gip Massimiliano Botti, di Imperia, ha convalidato stamani l’arresto nei confronti di Pavlo Bulavjtskji

Fuga dopo il mortale in A10: arresti domiciliari e braccialetto elettronico per l'automobilista
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In tribunale a Imperia la convalida dell'arresto

Il gip Massimiliano Botti, di Imperia, ha convalidato stamani l’arresto nei confronti di Pavlo Bulavjtskji, 28 anni, ucraino, l’uomo alla guida della Bmw serie X5 che, nella notte tra sabato e domenica, si è schiantato contromano con un camioncino sull’A10, tra Sanremo e Imperia, nella galleria San Bartolomeo, in un tratto a doppio senso di marcia. A perdere la vita è stato Ghenadie Ghinculov, 56 anni, moldavo; mentre una trentenne ucraina, che viaggiava sul sedile anteriore lato passeggero, è rimasti ferita. Nei suoi confronti il giudice ha disposto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

E’ colpa mia, vorrei essere morto io al posto del mio amico

“E’ colpa mia, vorrei essere morto io al posto del mio amico”, ha affermato in udienza, assistito dall’avvocato Mario Ventimiglia (nella foto). Bulavjtskji, che ha un'impresa agricola a Cipressa, è accusato di omicidio stradale e lesioni stradali con le aggravanti della fuga dopo incidente e dell’omissione di soccorso e di violazione di violazione di sigilli. La vettura sulla quale viaggiava, infatti, era sotto sequestro amministrativo. Il ventottenne, tra l’altro, sembra che fosse munito soltanto di patente ucraina e aveva un precedente per guida in stato di ebbrezza.

Sul fatto di aver viaggiato per circa cinquecento metri contromano

ha detto che si trovava in fase di sorpasso. In pratica, in quel tratto a doppio senso, lui viaggiava verso Ventimiglia, ma l’impatto è avvenuto in direzione Genova. Bulavjtskji ha anche affermato di essere scappato sotto choc e di essersi rifugiato sotto l’autostrada per alcune fasce. Stando a quanto ricostruito, Ghinculov potrebbe essere morto, perché sprovvisto delle cinture di sicurezza ed essere stato così sbalzato contro il parabrezza. “Condivisibile la scelta del giudice più avanti faremo delle richieste per consentire all’indagato di potere uscire”, ha commentato il legale all’uscita dal palazzo di giustizia.

Fabrizio Tenerelli

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