A San Siro in aiuto di profughi di guerra
un servizio di carità cristiana ai più bisognosi, grazie all'aiuto di sette volontari.
Attraversando le vie di Sanremo, sarà spesso capitato di vedere file di persone munite di carrello della spesa, in attesa di un "lascia passare". Avvicinandoci ad essi è possibile udire diverse lingue, tutte di nazionalità diverse tra di loro. Ci troviamo in piazza San Siro in cui sette volontari della parrocchia, dedicano parte del loro tempo in un servizio di carità cristiana, distribuendo cibo e vestiario ai più bisognosi, grazie al programma di aiuti europei. Per chiarire la situazione e avere maggiori informazioni a riguardo abbiamo intervistato Sergio Coletta, volontario del servizio parrocchiale.
L'intervista ai volontari di San Siro
Chi tipo di servizio offrite?
«Il nostro è un servizio parrocchiale. In questo locale distribuiamo viveri di vario tipo ed indumenti, il tutto è gestito dall’ente FAC acronimo di “fraterno aiuto cristiano” , per quanto riguarda invece la distribuzione alimentare, è finanziata dal programma di aiuti europei agli indigenti.»
Che criteri utilizzate?
«Al momento della ripartizione dei beni , dobbiamo rispettare alcuni criteri, le persone bisognose che si recano qui, possono usufruire del servizio occasionalmente o abitualmente .Per verificare lo stato di bisogno, devono tutti presentarsi con una documentazione che attesti il loro stato di necessità, in cui viene anche riportato il loro reddito annuale. Nel caso in cui si superasse una certa soglia pecuniaria, quest’ultimi non possono essere assistiti».
Quando conferite con il pubblico?
«Abbiamo due appuntamenti fissi, il martedì si eroga il vestiario e il giovedì gli alimentari. Gli indumenti vengono gentilmente offerti dalle persone che sono a conoscenza di questo progetto, specie se si tratta di indumenti che non si indossano, e necessitano di una seconda vita, è capitato anche di doverne comprare di nuovi. Essendo una parrocchia centrale , sono molte le persone che si presentano.Al momento a cooperare siamo sei volontari, ma ci sono anche i giovani dell’ Azione Cattolica che ci aiutano, soprattutto quando si tratta di portare gli alimentari.»
A usufruire del servizio offerto, quanti stranieri sono presenti e quanti italiani?
«In questo periodo storico, sono presenti tanti stranieri, come profughi ucraini e africani, pochi sono gli italiani. Per entrare a fare parte di questa comunità, basta essere interessati a svolgere del servizio di volontariato. Tante sono le mansioni da svolgere, come ad esempio prendere gli alimenti, visto che non ci vengono recapitati all’interno del locale, mettere in ordine, oppure tenere la contabilità; è un’attività molto impegnativa.»
Il racconto di Anna fuggita da Mariupol
Tra i presenti, abbiamo avuto la possibilità di intervistare una donna ucraina, proveniente da Mariupol, in cui ci ha raccontato come la sua città sia stata distrutta a seguito della guerra.
Gli scatti
Eleonora Tranquillo