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Punto nascita a Sanremo, rinnovi da 3 milioni ma resta ancora chiuso

L’assessore regionale alla Sanità Gratarola ha detto che non si sa quando aprirà perché manca il personale

Punto nascita a Sanremo, rinnovi da 3 milioni ma resta ancora chiuso
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Punto nascita Sanremo, Ioculano (PD): “Dopo aver speso 3 milioni di euro dalla Giunta l'ennesima giustificazione: manca l'accordo col Gaslini e non c’è personale sufficiente. Ma il personale sarebbe lo stesso di Imperia, basta giustificazioni"

Enrico Ioculano sul punto nascita a Sanremo

“Dopo aver speso tre milioni di euro per mettere in piedi il Punto nascita di Sanremo, che avrebbe dovuto riaprire in questi giorni, siamo ancora ad ascoltare incredibili giustificazioni. Il punto è che la Giunta Toti dopo le reiterate promesse di riaperture sempre più imminenti, ma mai avvenute, non sa più come giustificarsi”, dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Ioculano, dopo la risposta in aula alla sua interrogazione sala riapertura del Punto nascita dell’Ospedale di Sanremo.

“Rispondendo alla mia interrogazione in cui chiedevo una data certa di riapertura, l’assessore Gratarola ha detto che non si sa quando aprirà perché manca il personale, devono chiedere al Governo una deroga nell’uso delle cooperative e manca ancora l’accordo con il Gaslini. Difronte a queste dichiarazioni non si capisce con che criterio la Giunta regionale spenda i soldi. Il problema del personale c’è all’Ospedale di Sanremo come ad Imperia, non può essere questa una motivazione per giustificare la mancata riapertura perché il personale sarebbe lo stesso, come non può essere un problema quella dell’atteso accordo con il Gaslini, che a noi risulta già sottoscritto e deve essere solo aggiornato”.

“L’unico dato è che si sono spesi tre milioni di euro ma il Punto nascita è ancora un’incognita e per l’ennesima volta l’annunciata apertura entro l’estate non ci sarà. Ci parlano di collaudi infiniti, 3/4 mesi di collaudo...quando da indiscrezioni si sa che il reparto è già pronto. Inoltre per quanto si possa capire che lavorare in emergenza sia tutt'altra cosa dall'ordinario, è inconcepibile che nel 2020 si sia spostato il reparto in 1 settimana e oggi invece non si riesca a farlo in mesi e mesi. Da parte nostra continueremo a chiedere risposte e monitorare la situazione. Bisogna smetterla di continuare a giustificare le mancate scelte e azioni in sanità con la mancanza di personale sanitario, perché l'opinione pubblica sa che è un fatto certo ma non può essere usata come scusa in ogni discussione, anche quando non c'entra nulla”.

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