L'economia ligure cresce ancora, ma più lentamente
Il tessuto regionale sotto la lente d'ingrandimento: ecco il resoconto per i diversi settori nel corso del 2022
L'economia ligure sotto la lente d'ingrandimento: inizierà a breve, a Genova, la conferenza stampa di presentazione del report di Banca d'Italia sullo stato di salute dei vari comparti con dati 2022 presente anche Vice Direttrice Generale Alessandra Perrazzelli.
Il report Banca d'Italia: l'economia ligure cresce ancora, ma più lentamente
Nel 2022 l’attività economica in Liguria ha continuato a espandersi, seppur rallentando progressivamente, con andamenti differenziati tra i principali settori. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nell’anno il prodotto ligure sarebbe cresciuto del 3,7 per cento, seguendo una dinamica analoga a quella nazionale. Le prospettive per i prossimi mesi si connotano ancora per significativi margini di incertezza legati soprattutto all’evoluzione del contesto geopolitico e dell’inflazione.
L'economia ligure e le imprese
Nell’industria in senso stretto la produzione ha decelerato, fino a stabilizzarsi: le ore lavorate sono risultate sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente. Nonostante il significativo incremento del fatturato dovuto alla revisione al rialzo dei listini, le vendite in termini reali sono aumentate in misura contenuta (circa il 3 per cento); la spesa per investimenti si è ridotta di oltre il 14 per cento. L’attività nel settore edile ha beneficiato della prosecuzione dei lavori relativi alle principali opere infrastrutturali e delle agevolazioni fiscali connesse con gli interventi di ristrutturazione edilizia: le ore lavorate dichiarate alle Casse edili sono salite di quasi il 18 per cento rispett all’anno precedente.
Nel terziario, i flussi turistici sono cresciuti significativamente (del 31,7 per cento), soprattutto nella componente di provenienza estera (di oltre il 70 per cento). Nel complesso, i pernottamenti si sono portati su livelli leggermente superiori a quelli precedenti la pandemia; i passeggeri in transito nei porti liguri sono quasi raddoppiati. I traffici mercantili marittimi sono aumentati del 3,6 pe cento, pur decelerando progressivamente per effetto del rallentamento del commercio internazionale; la componente containerizzata si è ridotta lievemente (-2,3 per cento), ma il calo è stato inferiore a quello mediamente registrato nei principali porti europei.
Le transazioni immobiliari hanno continuato a crescere, seppure in misura meno intensa, sia nel segmento abitativo sia in quello non residenziale (rispettivamente 5,6 e 4 per cento). Nonostante i significativi rincari degli input produttivi, in particolare di quelli energetici, la redditività aziendale è stata sostenuta dall’incremento dei prezzi di vendita: oltre i quattro quinti delle imprese liguri hanno conseguito un risultato economico positivo. In un contesto caratterizzato da un significativo rialzo dei tassi di interesse, il fabbisogno finanziario è stato soddisfatto utilizzando anche l’abbondante liquidità precedentemente accumulata, rimasta comunque su livelli molto elevati nel confronto storico.
Il mercato del lavoro e le famiglie
Nel 2022 il quadro congiunturale favorevole si è riflesso sul mercato del lavoro. L’occupazione ha continuato a crescere (del 3,6 per cento), trainata dalla componente dipendente, mentre è pro- seguito il calo dei lavoratori autonomi; il tasso di disoccupazione si è ridotto (al 7 per cento). L assunzioni nette, ancora positive, hanno riguardato quasi esclusivamente posizioni a tempo indeterminato; la creazione di nuovo lavoro ha interessato tutti i principali comparti. È diminuito ulteriormente il ricorso agli strumenti di integrazione salariale, tornato su livelli non molto superiori a quelli pre-pandemici.
È proseguito l’incremento dei consumi, grazie anche al positivo andamento del mercato del lavoro, ma è stato frenato dal rialzo dell’inflazione (13,6 per cento in regione a dicembre 2022), che ha interessato soprattutto le componenti di spesa legate all’abitazione e alle utenze, la cui incidenza sul totale in Liguria è superiore rispetto all’Italia e che pesano maggiormente nel paniere di consumo delle famiglie meno abbienti. I mutui per l’acquisto di abitazioni hanno decelerato (al 2,5 per cento), in connessione con la dinamica delle transazioni immobiliari. Alla fine dell’anno il grado di indebitamento delle famiglie liguri nei confronti di banche e società finanziarie è lievemente calato, rimanendo su un livello inferiore rispetto al Nord Ovest e all’Italia.
Il mercato del credito
I prestiti bancari al settore privato non finanziario hanno progressivamente rallentato, con- traendosi negli ultimi mesi dell’anno (a dicembre la diminuzione sui 12 mesi è stata del 3,1 per cento) per effetto dell’accentuata riduzione dei finanziamenti alle imprese (-8,7 per cento), su cui hanno inciso le scelte di indebitamento di alcune rilevanti aziende. Le condizioni di accesso al credito sono diventate leggermente più restrittive, con un incremento degli spread medi applicati e una riduzione delle quantità offerte. Per le imprese, i flussi di nuove posizioni deteriorate sono lievemente cresciuti; tra i crediti in bonis è salita l’incidenza di quelli per i quali si è registrato un aumento del rischio. Sul lato del risparmio finanziario, i depositi di imprese e famiglie sono com-
plessivamente diminuiti (-1,1 per cento), dopo un periodo di prolungata espansione. Il valore dei titoli a custodia presso il sistema bancario si è ridotto del 6,2 per cento, anche per effetto del calo delle quotazioni di mercato. Gli investimenti in titoli di Stato e obbligazioni private (soprattutto quelle bancarie) sono cresciuti, riflettendo il rinnovato interesse dei risparmiatori verso i bond a fronte del rialzo dei tassi di interesse.
La finanza pubblica decentrata
Nel 2022 la spesa degli enti decentrati liguri è complessivamente aumentata (2,8 per cento), anche a causa dei maggiori costi legati ai consumi elettrici e dell’incremento degli oneri per contratti di servizio, a cui ha contribuito la crescita dei prezzi. Gli investimenti fissi sono saliti marginalmente (1,1 per cento); la loro dinamica dovrebbe beneficiare nei prossimi anni delle ingenti risorse assegnate a soggetti attuatori pubblici nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC), che ammontano complessivamente a 4,9 miliardi di euro.
I progetti più significativi a livello finanziario sono quelli relativi all’ammodernamento della rete ferroviaria e alle infrastrutture portuali. Le Amministrazioni locali, in particolar modo i Comuni, sono chiamate a svolgere un ruolo centrale nell’attuazione degli interventi finanziati dai piani, fondamentali per l'economia ligure.
La pubblicazione comprende anche alcuni riquadri di approfondimento: La demografia delle imprese liguri; Rincari degli input produttivi e redditività della manifattura; L’esposizione delle imprese liguri al rialzo dei tassi di interesse; L’occupazione attivabile dal PNRR nel settore delle costruzioni; Garanzia di occupabilità dei lavoratori; La povertà energetica in Liguria; L’aumento dei prezzi al consumo in Liguria; Gli sportelli bancari nel territorio; La politica fiscale degli enti su alcuni tributi locali; Le concessioni balneari.