"Diciassette giorni per avere informazioni su una pratica in Comune"
A poco più di un mese dall’insediamento del nuovo Consiglio comunale, il consigliere Zarbano fa il primo punto della situazione
La denuncia di Zarbano: "Diventa sempre più difficile fare il consigliere"
A poco più di un mese dall’insediamento del nuovo Consiglio Comunale, il consigliere Luciano Zarbano di Imperia senza Padroni fa il primo punto della situazione.
“Premesso che non mi sento in opposizione” dichiara Zarbano “ma sarebbe più corretto utilizzare il termine minoranza. L’espressione opposizione è simbiotico con contrapposizione, mentre parlerei del dualismo maggioranza/minoranza perché entrambe le componenti sono concorrenti, cioè concorrono insieme al bene della città ma soprattutto dei cittadini. Purtroppo” prosegue Zarbano “devo constatare che questi miei propositi, forse troppo idealizzati, si vanno a scontrare con una realtà diversa".
I particolari del comunicato di denuncia del consigliere
Infatti non sempre ho trovato un’apertura collaborativa
soprattutto da parte della macchina comunale, la cui massima espressione è il Segretario Generale e che dovrebbe garantire la corretta e puntuale applicazione delle regole. Ovviamente mi riferisco ad un caso specifico. Ad una mia richiesta di alcune (poche) informazioni su una pratica, indispensabili per la votazione in consiglio comunale, è seguita la risposta dopo 17 giorni dalla seduta di quel Consiglio comunale e cioè quando ormai le notizie chieste non servivano più. Questo episodio (mi auguro unico) genera due legittimi interrogativi. Ma questa amministrazione è conscia di non aver messo i consiglieri nelle condizioni di espletare in concreto il loro mandato? Questo atteggiamento è riservato alla sola minoranza o a tutti i consiglieri?
Ovviamente sono domande di non immediata risposta
ma una cosa è certa, a farne le spese sono i cittadini, tutti. Infatti i consiglieri operano nell’interesse non solo di chi li ha votati, ma della totalità della cittadinanza, perché tutto ciò che viene votato in consiglio ha dei riflessi sulla vita (ma anche sulla tasca) dei cittadini. Infatti il consigliere, a prescindere dall’appartenenza, deve operare affinché l’azione dell’amministrazione rispetti i principi di imparzialità, trasparenza, pubblicità, efficacia, economicità, nonché i principi comunitari.
Una risposta data in ritardo non solo è una mancanza di rispetto
per i cittadini e i consiglieri (senza distinzione tra maggioranza e minoranza), ma è orfana di quell’attività di garanzia che l’atto che è stato approvato (che ricordo ha dei riflessi sui cittadini presenti e futuri) è stato vagliato da tutti i consiglieri con cognizione di causa. Tutti meritano rispetto, senza Sudditi e senza Padroni”.