Jannik Sinner - Il montepremi incassato a Wimbledon è già da urlo. E quel borsone Gucci...
La conquista della sua prima semifinale assicura al talento cresciuto a Bordighera un super premio che può già raddoppiare battendo Djokovic
Per Jannik Sinner (22 anni il 16 agosto) una carriera partita da Bordighera, dove per 6 anni è stato allievo del guru Riccardo Piatti, e che lo vede attualmente n° 8 del mondo, il montepremi incassato a Wimbledon, dove ieri ha raggiunto le semifinali, è già stellare: 600mila sterline, pari a oltre 700mila euro.
Prima semifinale in un torneo del Grande Slam per Jannik Sinner
Per l'altoatesino, da un paio d'anni (dopo la separazione con Piatti e l'addio a Bordighera) cittadino del Principato di Monaco, è la prima semifinale della giovane carriera in un torneo del Grande Slam. Il montepremi quest'anno a Wimbledon del resto è stellare: 44 milioni e 700mila sterline tra uomini e donne.
E per Jannik potrebbe raddoppiare (salendo a 1,175 milioni di sterline, pari a 1.374.000 euro) già domani, nel caso di vittoria contro Djokovic e approdo in finale. Se poi Jannik dovesse completare l'opera, ai vincitori del torneo maschile e femminile sono destinati 2.350.000 sterline, pari a 2.748.332 al cambio attuale: una sterlina vale attualmente 1,17 euro.
La polemica per il borsone di Gucci sui campi dell'All England
Fin dall'esordio a Wimbledon Sinner si è presentato in campo (oltre che con la canonica borsa per le racchette e il resto) con un vistoso borsone di Gucci. La cosa non è naturalmente passata inosservata, tra ironia e qualche voce critica. Ancorché inusuale, soprattutto nell'ovattato ambiente londinese (dove viene richiesto ai giocatori di indossare rigorosamente completi totalmente bianchi), Sinner è brand ambassador di Gucci.
"La borsa? - ha spiegato in conferenza stampa - È una cosa nuova, ma non è che questa borsa mi fa giocare meglio o peggio, non è che cambio racchetta o scarpe che mi possano dare un vantaggio o sono fattori del mio gioco sono molto onesto e la priorità è sempre giocare a tennis. È frutto di un progetto che ho portato avanti con la famiglia Gucci, ma è un qualcosa extra tennis. Se fosse stato un qualcosa di attinente allo sport che pratico, non avrei mai acconsentito".