Badalucco: il paese in piazza per dire NO alla grande diga
“Dio ci ha dato l’acqua e guai a chi la tocca” e “Diga è distruzione”: sono alcuni degli slogan mostrati, ieri sera, a Badalucco
Quasi tutto il paese in piazza per dire no alla diga
“Dio ci ha dato l’acqua e guai a chi la tocca” e “Diga è distruzione”: sono alcuni degli slogan mostrati, ieri sera, a Badalucco, piccolo centro della valle Argentina, nell’entroterra di Taggia, dove quasi ottocento persone (praticamente tutto il paese, che ne conta delle e cento) sono scese in piazza per dire “No” alla diga.
Il corteo si è aperto alle 20.30 da piazza Duomo
per proseguire fino a piazza Marconi, dove i manifestanti si sono alternati su un palco per gli interventi e alcuni bambini hanno letto delle letterine. Gli abitanti, e in primis il sindaco di Badalucco, Matteo Orengo, sono contrari alla realizzazione della diga - alta cinquanta metri, come una palazzina a diciotto piani - non solo per l’aspetto idrogeologico della vallata, che è considerata da sempre franosa e un’eventuale piena potrebbe provocare un disastro; ma anche per il rischio che scompaiano i laghetti, che oltre a essere fonte per il turismo, sono anche la gioia dei più piccoli.
Le dichiarazioni del sindaco Orengo di Badalucco
“Tempo fa l’amministrazione è ricorsa al tar contro il decreto del ministero che finanzia lo studio di fattibilità della diga e anche di più invasi in Valle Argentina - spiega il primo cittadino -. Abbiamo provato assieme agli altri colleghi sindaci a creare un fronte del no alla grande diga, capendo però il problema della crisi idrica. Quindi, abbiamo cercato un accordo con tutti gli attori in causa, tra cui: Ato e autorità di bacino, perché il problema della siccità è gravoso, ma va affrontato con responsabilità e serietà”.
Se all’inizio sembrava esserci stato un avvicinamento da parte delle istituzioni
nel cercare strade alternative, al momento l’ipotesi della grande diga tuttavia non sembra ancora tramontata. “Abbiamo preso le distanze dalla sottoscrizione di un documento da cui non veniva esclusa la grande diga, proseguendo col ricorso - prosegue Orengo -. L’ipotesi era di trovare un accordo che potesse soddisfare tutti gli attori in gioco, ma nonostante abbiano allargato il territorio dello studio di fattibilità, aprendo alla possibilità di piccoli invasi, non hanno eliminato dal tavolo l’ipotesi di una grande diga”.
Fabrizio Tenerelli