IL CASO A SANREMO

La disperata storia di Michele senzatetto che vive ai margini appoggiato al muro della chiesa

Prima si trovava in corso Garibaldi, a Sanremo, poi in concomitanza con l’ordinanza anti alcol si è spostato alla cattedrale di San Siro

La disperata storia di Michele senzatetto che vive ai margini appoggiato al muro della chiesa
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A quanto pare l'uomo vivrebbe così per scelta e rifiuterebbe di essere seguito

Si chiama Michele e da anni vive senza un tetto, ai margini della società e affetto dalla piaga dell’alcol. Prima si trovava in corso Garibaldi, a Sanremo, poi in concomitanza con l’ordinanza anti alcol si è spostato alla cattedrale di San Siro. Adesso vive appoggiato al muro della chiesa, tra i propri bisogni e nell’indifferenza dei passanti.

Chi ha voluto rilanciare il caso è Diego Costacurta de “La pecora nera”

che più volte ha chiamato le forze dell’ordine, anche la polizia municipale, per segnalare questa vicenda, ma a quanto pare non si può far nulla, malgrado sia seguito dai servizi sociali e da un giudice tutelare, perché viene dichiarato capace di intendere e di volere e vive ai margini per una propria scelta.

"Le istituzioni non sanno più rendersi conto se questo è un uomo"

In questa città turistica la situazione è ormai diventata intollerabile - spiega Costacurta -. Le istituzioni non sanno più rendersi conto se questo è un uomo. Il nostro amico Michele è avvezzo all’alcol, vive per strada in condizioni disperate, abbiamo più volte invitato forze dell’ordine a intervenire, perché michele potesse essere messo in0 un istituto e protetto”.

Un uomo lasciato ai margini, che vive tra i propri bisogni

Purtroppo, però, non sembra trattarsi di un passaggio facile. “Ci è stato spiegato che Michele ha un giudice tutelare e un dottore il quale ha ritenuto che il suo vivere è determinato da una consapevole scelta di vita”. Prosegue Costacurta: “Io mi chiedo, se quando mio figlio a cinque anni si faceva la pipì addosso, fosse in grado di intendere e di volere. Non lo era e aveva bisogno che mamma e papà lo accudissero. Anche Michele ne avrebbe bisogno, anziché essere lasciato tra l’indifferenza dei passanti o dei turisti strabiliati alla vista di un uomo seminudo coperto da impropri bisogni, nel pieno centro della cattedrale”.

Fabrizio Tenerelli

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