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"Le promesse tradite di Ventimiglia", lettera aperta di Domenico Casile

Pubblichiamo un lettera aperta di Domenico Casile, appartenente al Pd di Ventimiglia. Nel mirino non c'è soltanto l'attuale amministrazione

"Le promesse tradite di Ventimiglia", lettera aperta di Domenico Casile
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La lettera aperta di Domenico casile

Pubblichiamo un lettera aperta di Domenico Casile, appartenente al Pd di Ventimiglia. Nel mirino non c'è soltanto l'attuale amministrazione retta dal sindaco Flavio Di Muro (Lega), ma ci sono anche le precedenti.

C’è un detto popolare che recita: al peggio non c’è mai fine”

I livelli di degrado ambientale, sociale, economico e culturale, che si sono raggiunti ha Ventimiglia, anche i più pessimisti non l’avrebbero mai potuto ipotizzare. Questo non certo invidiabile traguardo, è il frutto (a parte qualche breve eccezione) di decenni di scelte amministrative sbagliate, di incapacità politiche e culturali di cui nessun gruppo, che ha governato questa città, può chiamarsi fuori inoltre, negli ultimi 8 / 10 anni il decadimento, è stato così rapido e repentino, che ci stiamo avviando inesorabilmente, verso un degrado urbano senza precedenti.

Nel corso degli anni a Ventimiglia

ha inizio una rovinosa ristrutturazione di alcune importanti  pubbliche amministrative si persero: ufficio imposte, pretura, tribunale, dogane, tutto il settore ferroviario, oltre una cospicua perdita di posti di lavoro nella pubblica amministrazione, ci fu una cospicua quantità  licenziamenti nel grande indotto, che queste strutture pubbliche avevano creato.

Dall’inizio degli anni cinquanta, Ventimiglia conobbe un boom economico-sociale senza precedenti

gli insediamenti delle attività artigianali proliferarono, ci furono anche piccoli insediamenti industriali che producevano prodotti di altissima qualità, che occuparono sino a un massimo di 700 dipendenti. Dall’inizio degli anni settanta, iniziò un inesorabile lento e progressivo declino, le scelte amministrative dell’epoca, privilegiarono sempre più lo sviluppo edilizio (speculazione), gli investimenti nell’innovazione nel settore produttivo, segnarono il passo ed inevitabilmente si persero quote di mercato ed una dopo l’altra, queste piccole entità produttive dovettero chiudere, con un’ulteriore perdita di posti di lavoro.

Seguirono, quelle inutili ed anche dannose infrastrutture (menzionate in modo denigratorio) “vere cattedrali nel deserto”, che non ebbero nessun beneficio per la nostra città:

  • si è costruito un autoporto per le operazioni doganali, nonostante gli accordi europei, che di lì a poco, avrebbero decretato l’entrata in vigore, della libera circolazione delle merci;
  • è stato costruito un mega parco ferroviario costato diversi miliardi di lire, mai entrato a regime praticamente mai utilizzato. Per la sua costruzione vennero utilizzati, un’enorme quantità di ettari di terreno sottratti alla floricoltura ed altre specifiche colture del territorio, creando anche ulteriori danni ambientali.

Mobilità ferroviaria e autostradale

la stazione ferroviaria di Ventimiglia (ex) stazione internazionale, assomiglia sempre più ad una piccola stazione di periferia. I collegamenti diretti, verso le città metropolitane del centro nord e del sud Italia, sono molto limitati. I collegamenti con il basso Piemonte, malgrado gli interessi economici, turistici e culturali che legano le due regioni, continuano ad essere incomprensibilmente precari non rispondendo più alle continue esigenze e necessità degli utenti inoltre, i pochi mezzi che vengono messi a disposizione degli utenti, sono vecchi, obsoleti e non rispondono più, a quei canoni che dovrebbe incarnare un trasporto pubblico moderno ed a basso impatto ambientale.

Finalmente, la regione Liguria decide di fare un grosso investimento per rinnovare il materiale rotabile vetusto acquistando ben 47 treni peccato, che questi convogli non potranno raggiungere la stazione di Ventimiglia perché, esiste un problema di tensione elettrica pertanto secondo RFI, per l’adeguamento tecnico per questi nuovi locomotori, si dovrà attendere almeno tre anni, prima di poterli ammirare nella stazione ventimigliese.

La domanda sorge spontanea: non era più semplice spendere i soldi dei contribuenti acquistando materiali tecnicamente idonei, alla tensione elettrica della stazione ventimigliese? Scelte dettate da una approssimazione disarmante dovuto molto probabilmente ad una incapacità politica, tecnica, economica e sociale da parte della regione e della R.F.I.

Delle autostrade liguri, conosciamo tutti le problematiche ed i gravissimi disagi, che noi dell’estremo Ponente Ligure, siamo costretti subire da diversi anni.

Una rete efficace ed efficiente di trasporto

è uno dei fattori strutturali che gli economisti associano al benessere territoriale. Benessere territoriale, che per il nostro territorio, assomiglia sempre più ad una chimera.

Quando analizzo da vicino le problematiche, che riguardano più strettamente il territorio ventimigliese, non posso esimermi di dare risalto alle incongruenze, ritardi amministrative, alla inesistente normale manutenzione del territorio e dell’arredo urbano.

Opere pubbliche in attesa:

  • la passerella Squarciafichi distrutta dalla tempesta Alex nell’ottobre del 2020, è ancora al palo. Sono trascorsi tre anni dalla distruzione ed all’orizzonte non si prospetta nulla, con gravi disagi per i residenti, le attività del quartiere Marina S. Giuseppe, del Centro Storico e per tutti i cittadini e turisti;
  • l’incomprensibile inizio lavori, per la seconda tranche della ciclabile a sbalzo, della passeggiata a mare Trento/Trieste, nel pieno del periodo estivo, con gravissimi danni economici per gli esercizi pubblici, il turismo ma soprattutto, gravissimi danni d’immagine della città di Ventimiglia, che purtroppo tutto il settore turistico ha pagato e pagherà in termini di presenze, anche nei prossimi anni;
  • il parcheggio in costruzione nelle aree ferroviarie dismesse lungo Corso Genova, per il solito e abituale vezzo italiano sono mesi e mesi, che i lavori sono bloccati, con buona pace dell’amministrazione comunale.

Manutenzione ed arredo urbano:

  • alcuni punti luce per l’illuminazione pubblica, deteriorati o pericolanti in diversi punti del territorio, invece di essere sostituiti (come logica vorrebbe) vengono eliminati, creando timori ed insicurezze nelle ore notturne;
  • il greto del fiume Roja, oltre ad essere diventata una vergognosa discarica nauseabonde a cielo aperto, con un habitat ideale per topi e pantegane invasa inoltre, da una fitta e prorompente vegetazione, che in caso di forti precipitazioni (come in questo momento sta accadendo in diverse aree del nostro Paese), impedirebbe il normale deflusso delle acque, provocando nuovamente l’esondazione del fiume, con gravissimi danni, come avvenne nell’ottobre 2020. Ha chi spetta la pulizia e la messa in sicurezza del fiume Roja? A voi l’arduo dilemma;
  • l’unico polmone verde del centro città, i giardini pubblici Tommaso Reggio, che in altri periodi erano considerati il nostro fiore all’occhiello, sono completamente abbandonati, “le aiuole” (irriconoscibili) sono delle mini discariche dove si possono trovare ogni tipo di rifiuto, cartoni che servono da giacigli, plastiche di ogni genere, deiezioni canine e non;
  • la manutenzione del verde urbano, completamente inesistente.

Il problema migranti:

non è più sopportabile questa totale indifferenza ed ottusità ideologica, del fenomeno migratorio da parte delle autorità locali e nazionale con cui ormai da molto tempo Ventimiglia ed i suoi abitanti si devono confrontare. Intorno a questa gravissima situazione, c’è un proliferare di profittatori, delinquenti e passeur, che oltre a taglieggiare i migranti, minano la sicurezza dell’intera comunità, prendendo possesso di vie e quartieri, dove ogni giorno, anche in pieno centro e in pieno giorno, è un crescendo di risse, sassaiole, aggressioni da parte di questi delinquenti inoltre, le ore serali per i cittadini sono diventate off limits. Assistenza e sicurezza; sono due facce della stessa medaglia si possono ottenere unicamente, con l’apertura di un vero centro di accoglienza, che dia dignità ai migranti, dignità e sicurezza a tutti i cittadini e ad una città sempre più martoriata.

Ormai è palese ed incontrovertibile, a Ventimiglia esiste un’emergenza rifiuti:

malgrado le promesse dell’amministrazione, tutto il territorio comunale è sempre più sporco e degradato, non esiste luogo, dove odori ed olezzi nauseabondi (complice le altissime temperature dei giorni scorsi) continuano ad accompagnarci lungo strade, marciapiedi, Non è certo mio compito e non ne sarei all’altezza, proporre cambiamenti sul nuovo appalto entrato a regime nel maggio 2022 sia per il di comune di Ventimiglia e per altri 17 comuni del comprensorio Intemelio, ma alcune questioni, vanno certamente poste:

  1. se l’appalto è unico per i 18 comuni, per quale ragione il comune di Dolceacqua ha raggiunto il 64% della raccolta differenziata?
  2. se l’appalto è unico per i 18 comuni, per quale ragione i comuni di Vallecrosia, Camporosso, Bordighera (secondo notizie di stampa, ha raggiunto 80% di raccolta differenziata) risultano più puliti e non hanno le nostre problematiche?
  3. se l’appalto è unico per i 18 comuni, perché in diverse zone del territorio ventimigliese non viene effettuata la raccolta differenziata?
  4. se l’appalto è unico per i 18 comuni, per quale ragione il territorio ventimigliese, non ha ancora visto la sua completa applicazione dell’appalto?

Il raggiungimento degli obbiettivi che tutti noi desideriamo ed auspichiamo, per una città più pulita e per una rinascita ambientale, deve necessariamente passare attraverso il contributo ed il controllo, di tutti i cittadini. Non si possono sopportare certi individui, che utilizzano ed intasano quei piccoli contenitori (lungo i marciapiedi), con sacchetti di rifiuti urbani, che andrebbero smaltiti nelle isole ecologiche;

non si può sopportare, di dover camminare sui marciapiedi della nostra città, come se fosse un percorso ad ostacoli, invasi da deiezioni canine e non solo;

non si può sopportare, vedere discariche di materiali ingombranti in ogni angolo del territorio, che dovrebbero essere smaltiti in modo appropriato; ecc., ecc.

Amministrare, è pensare anche al futuro. Quale è la città che vorremo nei prossimi 10/20 anni? Turistica? Commerciale? Artigianale? Entrambi le cose?  Quale amministrazione, negli ultimi trent’anni, ha programmato o semplicemente pensato al futuro della nostra città? Oggi purtroppo, dobbiamo impiegare tutte le nostre energie, per ottenere quei semplici servizi primari, che dovrebbero far parte, di una società moderna ed avanzata, come crediamo di essere.

Certamente, non ho la presunzione né l’ardire di avere delle risposte ai miei quesiti ma le mie considerazioni, potrebbe, forse, far riflettere.

Sono nato a Ventimiglia, amo visceralmente la mia città dove ho quasi sempre vissuto, trovo veramente insopportabile vederla maltrattata, bistrattata, degradata, offesa, umiliata e martoriata.

Una precisazione del tutto personale: malgrado la mia appartenenza politica al P.D. e la mia appartenenza sindacale alla CGIL, queste mie riflessioni sono frutto solamente, di mie considerazioni del tutto personali, che nulla hanno a che vedere con la mia appartenenza politica e sindacale.

                                                                                                      Domenico Casile

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