Rete idrica

Rivieracqua si salva solo con l'ingresso di un privato

Conferenza dei sindaci questa mattina in Comune a Sanremo. Nominato il comitato tecnico per salvare la società che ha debiti per 80 milioni di euro

Rivieracqua si salva solo con l'ingresso di un privato
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“Il risanamento di Rivieracqua parte dall’improcrastinabile ingresso del privato, perché il pagamento e la definizione dei debiti pregressi sono possibili soltanto attraverso l’immissione di risorse finanziare”. Lo ha dichiarato, stamani, Gian Alberto Mangiante, presidente di Rivieracqua, la società che gestisce il ciclo integrato delle acque in provincia di Imperia, a margine dell’assemblea dei sindaci, che si è tenuta a Palazzo Bellevue, sede del municipio di Sanremo, alla presenza anche del commissario dell’Ato idrico, Claudio Scajola.

Rivieracqua, infatti, ha una situazione debitoria di circa 80 milioni, il concordato è in corso di esecuzione e non c’è ancora stata una udienza di omologa, mentre il tribunale ha concesso 120 giorni per il salvataggio dell’azienda tramite un suo nuovo programma sia di sostenibilità economica che di gestione. L’ingresso del privato (la cui partecipazione non potrà superare il 49 per cento delle quote) è dunque fondamentale perché con il suo apporto di 40 milioni garantirà le risorse per i primi pagamenti. Scajola ha anche sottolineato la necessità di intervenire al più presto per salvare la società. “Come Ato idrico abbiamo dato direttive precise alla società di distribuzione Rivieracqua e stiamo dando tutto un percorso verso un nuovo Piano Economico Finanziario, che possa permettere la sostenibilità, salvare rivieracqua e garantire una gestione efficiente”.

Prosegue Scajola: “Inoltre, ho relazionato sulle azioni svolte per nuovi finanziamenti di cui c’è necessità per sopperire alla carenza idrica anche in futuro, nella ricerca an che di nuove fonti che arrivino dall’alto. Dobbiamo preserva l’acqua che abbiamo, evitando la dispersione eccessiva sulle perdite di rete, su cui dobbiamo investire; quindi, dobbiamo trattenere l’acqua con gli invasi per garantirne un accumulo. Prevedo che si potrà approvare il bilancio con la contestuale nomina di nuovi amministratori”.

Scajola non ha mancato di sottolineare che: “Rivieracqua va salvata entro i prossimi 120 giorni, perché il suo fallimento significherebbe la fine della gestione pubblica del servizio idrico integrato. Per riuscire nell’impresa, in accordo con i nostri consulenti, abbiamo rimodulato le previsioni del piano economico finanziario in approvazione, inserendo alcune modifiche drastiche, pur salvaguardando i diritti dei creditori”.

Tra le previsioni c’è pure il taglio progressivo del personale. “La proposta iniziale, che io non ho condiviso - ha aggiunto Scajola - era di un dimezzamento dei dipendenti, ma questo non poterebbe garantire la sostenibilità del servizio. Per cui a partire dal 2033 ci sarà una riduzione in termini contenuti, spostando soprattutto i dipendenti sula parte tecnica di cui c’è necessità e alleggerendo la parte amministrativa”.

Nel corso della mattinata è stato anche nominato il comitato tecnico. “Un atto fondamentale - ha dichiarato Mangiante - che consentire di completare il ciclo amministrativo dell’anno 2022 con l’approvazione del bilancio e il rinnovo del cda, che scadrà con la data in cui si approverà il bilancio. Era necessario provvedere alla ricostituzione di questo organo importantissimo, che svolge il controllo analogo”. Sull’istituzione di una tariffa, il presidente di rivieracqua ha detto: “Sono funzioni che la gestione commissariale sta valutando”

 

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