Pellegrini imperiesi in Israele sotto attacco. Don Corini: "Stiamo bene, tutto sotto controllo"
"In albergo ci hanno mostrato le via di fuga e il bunker in caso di attacco". Annullata escursione in Palestina. Domani forse il rientro
Erano partiti all'inizio della settimana per un viaggio in Israele. Oggi avrebbero dovuto compiere l'ultima escursione prima del rientro, previsto per lunedì in Italia. Ma si sono trovati in mezzo al devastante conflitto scatenato da Hamas con migliaia di missili lanciati su una ventina di località del sud di Israele, a ridosso della tormentata Striscia di Gaza. Protagonisti una cinquantina di pellegrini di Imperia e Albenga.
Il Pellegrinaggio organizzato dalla Diocesi di Albenga Imperia
Il pellegrinaggio in Israele era organizzato dalla Diocesi di Alberga-Imperia e in particolare dal parroco da don Grabriele Maria Corini, ex vice parroco di Diano Narina e ora parroco di Alassio. Tra i componenti della comitiva ligure molti imperiesi, dianesi in particolare. “Ci sono anche mia figlia e il suo fidanzato – racconta la dottoressa Luisa Barcella, ex assessore di Diano Marina, mamma di Paola Dematheis, il cui papà è un noto medico di Diano – Sono in contatto con molti altri genitori e parenti di altri partecipanti al viaggio. Siamo tutti in apprensione. Per ore non siamo riusciti a contattarli poi i collegamenti si sono ripristinati”.
Il messaggio a mamma e papà di Paola Dematheis
La messa di don Gabriele sul Monte degli Ulivi
Don Gabriele dice messa al lago di Tiberiade
Il gruppo dei pellegrini ponentini
“Sentivamo l’allarme – ha scritto Paola Dematheis via Whatsapp ai genitori - E dei botti, penso che abbiano abbattuto degli aerei. Stavamo girando e i militari ci hanno detto di entrare in un posto, che non era sicuro stare fuori, poi sembrava tutto tranquillo. Uno di noi è rimasto in hotel e lo hanno mandato nel bunker sotto l’hotel. Ogni tanto sentiamo missili e allarmi antiaerei ma non c’è la percezione di pericolo. Adesso siamo in hotel a Gerusalemme. Ci hanno fatto vedere le vie di fuga e se suona l’allarme dobbiamo andare nel bunker. Ma qui è tutto tranquillo per il momento”.
Luisa Barcella: "Tra l'altro in viaggio avrebbe dovuto esserci sua sorella"
La giovane dianese, tra l’altro, si è trovata per caso a partecipare a questo viaggio. “L’aveva vinto un’altra mia figlia – racconta Luisa Barcella – che per impegni di lavoro non avrebbe potuto partecipare, così è andata Paola con il suo fidanzato, anche lui dianese”.
Il pellegrinaggio, dopo l'arrivo in Israele, era iniziato a Cana, in Galilea, e sul Lago Tiberiade, quindi si è spostato ad Aim Kerem e nel Campo dei Pastori, a seguire a Betlemme, sul Monte degli Ulivi e infine a Gerusalemme, sul Monte Sion e in visita al Quartiere ebraico e naturalmente al Muro del pianto.
Un’ultima escursione era prevista oggi in Palestina, ma è stata naturalmente annullata. “Dovrebbero riuscire a ripartire domani in aereo per tornare in Italia – aggiunge Luisa Barcella – Speriamo che vada tutto bene. Per quanto ne sappiamo ora si trovano in Hotel a Gerusalemme, nei pressi del parlamento israeliano”.
Il nuovo conflitto scatenato da Hamas ha già provocato un centinaio di morti e poco meno di mille ferite tra gli israeliani e circa 200 morti e poco meno di 2mila feriti tra i Palestinesi, civili e militari, per la rappresaglia dibattezzata Operazione Spade di ferro degli israeliani.
Don Gabriele rassicura da Gerusalemme: "Stiamo bene"
"Volevo rassicurare tutti che stiamo bene ed è tutto sotto controllo. Grazie" ha scritto don Gabriele Maria Corini, organizzatore del viaggio e parroco di Alassio, che aggiunge: "Dato che si sono divulgate da fonti giornalistiche imperiesi fake news! Ecco stasera la nostra cena, a presto" ha poi aggiunto il religioso postando una foto nel ristorante dell'Hotel di Gerusalemme in cui sono ospiti in attesa di ripartire per l'Italia.
Non è chiaro a quali fake news alluda il religioso, in quanto sulla vicenda i giornali italiani e liguri in particolare hanno solo descritto l'apprensione da parte dei famigliari di alcuni pellegrini e i messaggi che gli stessi hanno inviato per telefono, rassicurando tuttavia sul fatto che la situazione a Gerusalemmen è tranquilla, al netto delle comprensibili misure di sicurezza. E' probabile che qualcuno abbia riportato a don Corini notizie distorte.