la testimonianza di un tabaccaio di diano marina

La guerra in Israele: "Abbiamo udito due esplosioni a Emmaus e una terza all'aeroporto a Tel Aviv"

“Quando abbiamo sentito risuonare le sirene anti missile, alle 9 del mattino di sabato, ci trovavamo nel centro storico di Gerusalemme"

La guerra in Israele: "Abbiamo udito due esplosioni a Emmaus e una terza all'aeroporto a Tel Aviv"
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Il racconto di Stefano Boselli, tabaccaio di Diano Marina

Quando abbiamo sentito risuonare le sirene anti missile, alle 9 del mattino di sabato, ci trovavamo nel centro storico di Gerusalemme, nei pressi della chiesa di Sant'Anna. Pensavamo a qualche operazione di polizia, nulla di più. Poi le strade hanno cominciato svuotarsi. E soltanto alcune ore dopo, abbiamo saputo della guerra”.

A parlare è Stefano Boselli, 51 anni, titolare di una tabaccheria di Diano Marina, tornato ieri mattina da Israele, dove ha partecipato a un pellegrinaggio con don Gabriele Corini, parroco di Alassio. “Lunedì scorso, quando ci trovavamo nei pressi della chiesa di Emmaus abbiamo anche sentito un paio di esplosioni, per fortuna in lontananza. Un’altra la sera prima di partire, all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dove tra l’altro abbiamo sentito un grande traffico di aerei da caccia”.

Stefano e il suo gruppo tornano a Gerusalemme in anticipo di due tappe

“Eravamo a Nazaret e avremmo dovuto andare anche a Gerico e Qumran, ma per motivi di sicurezza ci hanno fatto tornare indietro - racconta -. Quando si è saputo della guerra, ho ricevuto moltissime chiamate: da genitori, amici e parenti. Alla sera, in hotel a Gerusalemme ci hanno indicato i bunker dove rifugiarci nel caso fossero risuonate le sirene”.

L’aereo di ritorno, che avrebbe dovuto partire intorno alle 17 di lunedì

viene cancellato e la comitiva dovrà salire su un volo El Al (la compagnia di bandiera israeliana), in partenza alle 21.20 per Milano Malpensa. “Alla fine siamo arrivati a Imperia, ieri alle 9. A parte i circa quaranta minuti per ritirare i bagagli, l’aspetto più assurdo è un altro.

Il pullman che doveva partire da Malpensa

ha atteso tre ore in aeroporto e quand’era il momento di uscire ci è stato chiesto di pagare 500 euro. Hanno poi spiegato che un’ora di sosta costa dieci euro, due ore venti euro e tre ore cinquecento euro. Trovo che sia assurdo, ma abbiamo fatto una colletta per pagare e siamo partiti in piena notte per Imperia”.

Stefano ringrazia il parroco per l'eccellente organizzazione e per l'assistenza anche in un momento delicato come quello attuale. 

Fabrizio Tenerelli

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