"Sindaci concedano la cittadinanza agli ostaggi israeliani"
: "Non è una questione di mattonelle rotte. La società globalizzata ci impone di guardare oltre, piaccia o no"
In seguito all'evolversi della crisi in Medio-Oriente, con Hamas che ha scelto di rilasciare gli ostaggi con doppio passaporto, catturati durante il raid del 7 ottobre scorso in territorio israeliano, Duccio Guidi, responsabile di Azione Imperia per i migranti, chiede di estendere la cittadinanza italiana agli Israeliani ancora prigionieri e ai sindaci, come atto simbolico, di consegnare loro le chiavi delle città, sull'onda di come era avvenuto nei confronti del ricercatore egiziano Patrick Zacki.
"Cittadinanza agli ostaggi israeliani"
«Rav Menachem Margolin- scrive Guidi- Presidente dell'Associazione Ebraica Europea, ha lanciato un appello a tutti i governi per concedere la cittadinanza del proprio paese a quanti sono ancora nelle mani dei terroristi. Ed è un invito da intendersi rivolto non solo al Governo, il solo competente al rilascio dei passaporti, ma a conti fatti anche ai Sindaci affinché, pur simbolica ma assai significativa, concedano a queste persone quella onoraria del proprio Comune, come già fatto in altri casi, da ultimo ad esempio, per quanto improvvida, a Patrick Zaki».
"A Gaza non si combatte una battaglia locale"
«Sarebbe allora un'ottima iniziativa se i Sindaci della nostra Liguria compissero questo gesto, per ricordare come oggi a Gaza non si stia combattendo una battaglia locale- aggiunge-, ma in difesa di valori sempre più messi in discussione anche in Europa a causa di sconsiderate politiche migratorie che non si preoccupano minimamente di avviare un serio percorso di integrazione degli immigrati nei nostri principi costituzionali».
"Non si tratta di una mattonellina rotta"
«Che Sindaci e opinione pubblica locali siano preoccupati da problemi del proprio territorio è legittimo- continua-, ma forse stavolta non si tratta della mattonellina rotta sul marciapiede o del balconcino abusivo da sanare. Piaccia o meno la società globalizzata ci obbliga tutti ad alzare lo sguardo verso orizzonti più lontani- conclude-, se non vogliamo arrivare troppo tardi a vedere quanto da laggiù spunta».
Lo scontro Gaza-Israele
La crisi del 2023, che si inserisce nell'ampio e complicato contesto del conflitto tra Israele e il territorio palestinese della Striscia di Gaza, sottoposto a blocco da Egitto e stato ebraico, è scoppiata il 7 ottobre scorso con l'assalto coordinato di militanti di Hamas e miliziani palestinesi oltre la striscia, in territorio israeliano, coperti dal lancio di missili. Ufficialmente, l'operazione "Alluvione Al-Asqa" intrapresa con l'intento di rispondere alle azioni provocatorie delle forze israeliane svolte nell'omonima moschea e le violenze perpetrate nei campi dei rifugiati in Cisgiordania.
Nel raid, i miliziani hanno assalito le postazioni di confine dell'Idf (le forze armate israeliane) e strutture civili, causando numerose vittime tra i cittadini e catturando numerosi ostaggi. Si tratta del primo assalto sul territorio israeliano dalla guerra contro la lega di paesi arabi del 1948 e la prima volta in cui, in rappresaglia, Israele ha dichiarato guerra dal conflitto dello Yom Kippur.
Israele ha risposto con la controffensiva Spade di Ferro bombardando Gaza City e il territorio circostante.
Davide Izetta