Troppo rischioso, i floricoltori tendono ad abbandonare il crisantemo
Barbagelata: "I produttori stanno abbandonando pian piano questa coltura, a favore di altre più remunerative"
L'andamento del mercato
“Ormai la coltivazione intensiva del crisantemo, a Sanremo e zone limitrofe, per il periodo dei Santi è molto marginale. I produttori stanno abbandonando pian piano questa coltura, a favore di altre più remunerative e con un arco temporale di vendita più ampio”.
A parlare è il direttore del Mercato dei Fiori di Sanremo, Franco Barbagelata
che illustra un bilancio del settore alla vigilia del ponte di Ognissanti. “La coltura dei crisantemi ha una vita commerciale di soli dieci giorni - prosegue - è legata all’andamento del tempo e alla disponibilità di un commerciante a venire a ritirare i fiori ed è per questo motivo, che viene considerata un po’ rischiosa”.
Secondo Barbagelata, in circa dieci anni i produttori di crisantemi sono scesi circa del novanta per cento
“Ne resta una cinquantina, che in gran parte vende direttamente sul campo. Molti si sono aggiornati su colture più remunerative e con un arco di vendita più ampio, come: ranuncoli, anemoni, papaveri, fronde verdi e colorate, che hanno una resa per quasi tutto l’anno”.
Ma il prezzo resta tutto sommato stabile
I prezzi? “Sono pressoché stabili, così come il consumono in generale: si va dai 55 ai 90 centesimi a stelo. Il mercato, comunque, è molto sensibile all’andamento del tempo. Ad esempio, se chiudono un cimitero per un nubifragio o una allerta meteo, è un problema".
Foto di Suppenkasper da Pixabay
Fabrizio Tenerelli