Morto dopo infortunio alla "Clas Pesto", pm riqualifica reato da omicidio a lesioni
Il pm Enrico Cinella Della Porta ha chiesto una condanna a 6 mesi, riqualificando il reato da omicidio colposo a lesioni colpose gravi
Il pm ha quindi chiesto una condanna a 6 mesi di reclusione
Il pm Enrico Cinella Della Porta ha chiesto una condanna a 6 mesi di reclusione, riqualificando il reato da omicidio colposo a lesioni colpose gravi con violazione della normativa antinfortunistica nei confronti dell’allora titolare della ditta “Clas Pesto”, di Chiusanico, Renato Bersano, finito sotto processo per la morte di un operaio cinquantenne, S.P., di Riva Ligure.
La vicenda ha inizio il 23 giugno del 2018
quando il dipendente si ustiona gravemente al polpaccio e alla parte bassa di una gamba con dell’acqua bollente fuoriuscita da uno dei pastorizzatori dei vasetti della ditta, che gli era entrata nello stivale. Viene portato in ospedale, anche al centro grandi ustionati Villa Scassi di Genova, e dopo un mese e mezzo circa, è il 15 agosto dello stesso anno, viene stroncato da una trombo embolia, che a potrebbe essere partita dalla gamba.
Il pm ha così tenuto in considerazione le conclusioni
del perito del tribunale di Imperia, il dottor Luca Tajana, secondo il quale non è possibile stabilire se la trombo embolia sia stata provocata da quelle ustioni. Di parere diverso la parte civile, sostenuta dall’avvocato Luigi Basso che difende gli eredi della mamma della vittima, il quale ha chiesto di confermare l’accusa di omicidio colposo, prendendo in esame le conclusioni del consulente di parte, il dottor Baima Bollone, di Torino, che sosteneva il contrario. Il giudice monocratico Francesca Minieri ha così aggiornato l’udienza al prossimo 11 dicembre per le repliche e la sentenza.