LA REPLICA

Il caso del presepe con due mamme, Mia Arcigay: "Ennesimo discorso omofobico del vescovo"

“Definire offensivo e stupido un presepe con due mamme è francamente l'ennesimo inaccettabile discorso omofobico del vescovo Suetta”

Il caso del presepe con due mamme, Mia Arcigay: "Ennesimo discorso omofobico del vescovo"
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Definire offensivo e stupido un presepe con due mamme è francamente l'ennesimo inaccettabile discorso omofobico del vescovo Suetta”. Lo ha dichiarato il presidente di Mia Arcigay Imperia, Marco Antei, intervenendo sulla polemica scatenata dal vescovo di Ventimiglia e Sanremo, Antonio Suetta, che ha preso di mira il presepe con due mamme realizzato a Mercogliano, in provincia di Avellino.

Il Presepe con due mamme è un'offesa all'intelligenza e una colossale bugia - aveva detto il prelato in una intervista all'associazione Pro Vita & Famiglia - sia in rapporto al discorso matrimonio uomo-donna e famiglia sia in rapporto al tormentone che ci coinvolge rispetto alla violenza sulle donne e al contrasto al patriarcato”.

"Il vescovo Suetta non perde occasione per offendere tutta la comunità lgbt+"

Per Antei: “Ancora una volta il vescovo Suetta non perde occasione per offendere tutta la comunità lgbt+, ma ancora peggio, in questo caso, tutte le donne. In questo anno 2023 che volge al termine, caratterizzato dal violento episodio di femminicidio ai danni di Giulia Cecchettin, vediamo infatti a Mercogliano, in provincia di Avellino, don Vitaliano che ha scelto di raffigurare il presepe con due mamme, forse come gesto di solidarietà verso le coppie lesbiche con figli, le quali stanno affrontando varie difficoltà a causa dell'ostilità manifestata fin da subito dal governo Meloni”.

Per Mia Arcigay: “Questo atto è stato accolto positivamente da numerosi parrocchiani, ma non sembra aver trovato favore presso il vescovo Suetta, che addirittura definisce offensivo per l'intelligenza e stupido il presepe avvellinese”.

Conclude Antei: “Voglio essere molto diretto come sempre: se il vescovo dispone di documenti storici e referti medici dell'epoca che comprovano l’effettiva concezione di una donna ebrea di nome Miriam per opera dello Spirito Santo che li presenti. In mancanza di tali prove la rappresentazione di due donne che si prendono cura di un bambino in Cisgiordania è altrettanto legittima. Anzi, potrei persino affermare che è addirittura più valida perché conosco personalmente numerose coppie di donne che hanno cresciuto o stanno crescendo i propri figli in modo eccezionale, dimostrando un’abilità genitoriale straordinaria”.

Fabrizio Tenerelli

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