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Walter Vacchino ha aperto la "Scatola Magica"

I primi sessant'anni di storia del teatro Ariston raccolti in un libro scritto a quattro mani dl patron e Luca Ammirati

Walter Vacchino ha aperto la "Scatola Magica"
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Uno sguardo nella «Scatola magica di Sanremo» (come da titolo), finalmente scoperchiata da Walter Vacchino, patron dell’Ariston (con il contributo, dietro le quinte, della sorella Carla) e dal coautore Luca Ammirati, con la presentazione del libro che raccoglie i sessant’anni di storia del teatro più famoso d’Italia. Il volume, edito da Salani, presentato nei giorni scorsi al Roof di Sanremo, in un dibattito moderato da Stefano Izzo (Salani), che oltre agli autori e alla famiglia ha visto anche la presenza del sindaco della Città dei Fiori Alberto Biancheri.

 

Walter Vacchino ha aperto la sua "Scatola Magica"

Nel libro, tonnellate di aneddoti, curiosità, cenni storici su quella che alla fine è anche la cronaca dell’Italia, nel teatro che è diventato, anche grazie al profondo e indissolubile legame con il Festival della Canzone Italiana, nazionalpopolare per eccellenza. Si va dalla prima pietra, posata da Amilcare, papà di Walter e Carla nel 1963, per dotare Sanremo, orfana del Principe Amedeo distrutto nei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale di un multisala che diventasse hub per gli addetti ai lavori di cinema e teatro e al contempo facesse concorrenza alla Costa Azzurra, ai vezzi dei cantanti del Festival. I capricci di Madonna, l’acqua delle Fiji richiesta da Ricky Martin, alla passione per il succo di mirtillo di Elton John (che lo staff, trent’anni fa, non è riuscito a trovare) che prima dell’esibizione si è cambiato direttamente nel montacarichi e, al termine, si è spogliato del frac sempre nell’elevatore. Punto cardine dell’opera l’edizione del 1977 del Festival di Sanremo, chiave di volta della storia dell’Ariston: la prima ad approdare nel teatro, in teoria in via provvisoria, inizio del lungo matrimonio che a parte brevi interruzioni sussiste ancor oggi. L’Ariston accolse una manifestazione che viveva un periodo buio con una scaletta frenetica dettata dai tempi strettissimi: lunedì e martedì montaggio, mercoledì prove, da giovedì a sabato Festival, domenica mattina smontaggio, domenica pomeriggio cinema.

I primi sessant’anni del Teatro Ariston

«Quando proponiamo uno spettacolo- ha detto il patron Vacchino- scegliamo secondo la nostra sensibilità quello che potrebbe incontrare i gusti del pubblico. Poi lo mettiamo in programmazione: se va bene abbiamo fatto centro. Così abbiamo fatto con i ricordi dell’Ariston, che oggi è al suo esame di maturità. Prima d’ora, tutto il materiale era conservato in 34 quaderni che consegnavamo agli ospiti illustri che frequentavano il teatro, come ricordo».

Il ricordo di Amilcare

«Di mio padre, fondatore- ha detto Vacchino- ricordo la volontà di ferro, l’onestà inflessibile, l’amore per la sua famiglia e la città e il rispetto per il lavoro che lo ha sempre contraddistinto. Lavorava tantissimo: il suo rituale era concedersi una pausa all’ora di pranzo, vogata o nuotata alla Canottieri, pasto e poi di nuovo al lavoro».

Sul filo dei ricordi

Ma quali sono i momenti più alti e quelli di crisi che Walter e Carla hanno vissuto tra le mura del teatro? «Ricordo l’edizione del Festival durante la Guerra del Golfo- ha detto la sorella-. Eravamo tutti nell’ufficio di papà, noi e le forze dell’ordine, a monitorare costantemente. Avevamo paura che potesse succedere qualsiasi cosa che poi, fortunatamente, non è successa. C’era grande tensione. Il momento più bello? Direi l’ultimo Festival. Avevamo anche noi i biglietti, lo scorso anno, così l’ho vissuto in una prospettiva diversa, come spettatrice. Di solito abbiamo un occhio verso il palcoscenico e l’altro teso ad assicurarci che vada tutto per il meglio».
Il momento preferito di Walter invece è sempre l’ultimo festival, perché è la sintesi del percorso intrapreso fino ad oggi. E il cardine per migliorare l’anno successivo.

«Un momento curioso- ha aggiunto Carla- è la consacrazione del teatro. Abbiamo ospitato una convention di sacerdoti: ogni giorno entravano in processione, celebravano la messa e dopo procedevano con i loro lavori».

Il futuro del «Re dei Teatri»

«Uno dei valori aggiunti dell’Ariston- ha detto Vacchino- è che è stato sempre capace di cambiare pelle. Dalla stagione d’oro dei colossal, ai congressi, all’avvento dell’Ariston, ai mondiali di boxe, ai concerti, alle gare di “La poesia incontra” in collaborazione con il poeta Giuseppe Conti, in grado di scandalizzare la produzione Rai per i contenuti dei versi e catalizzare l’attenzione di 900mila spettatori (23% di share), a mezzanotte, sul servizio pubblico. Un evento che rivendico».
Nell’era delle piattaforme digitali, cosa attende il teatro più famoso d’Italia? Dopo l’inaugurazione di una piattaforma web per la visualizzazione dei film, il futuro va ricercato sempre tra le maglie della rete. L’idea- sulla quale il patron ha mantenuto comunque un certo riserbo- è quella di allargare l’aspetto museale e “da visita” del teatro nel web, con supporti dedicati.

Davide Izetta

 

Teatro Ariston presentazione Libro
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La sala del Roof

Carla Vacchino
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Carla vacchino

Ariston Libro 2
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Walter Vacchino

Ariston libro 1
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La presentazione

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