Sanità

Dg Galbusera "Sento la responsabilità della salute di tutti"

Il nuovo vertice di Asl1 si racconta a Primalariviera. Dalle passioni alle pratiche urgenti

Dg Galbusera "Sento la responsabilità della salute di tutti"
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Dal 15 gennaio è ufficialmente (per tre anni, eventualmente rinnovabili) la nuova Direttrice generale dell’Asl1 imperiese: Maria Elena Galbusera, 55 anni, succede a Luca Filippo Maria Stucchi, convolato a guidare la Asst Lariana (Como), prima pro tempore in quanto direttrice amministrativa e poi nominata ufficialmente dalla giunta ligure su proposta dell’assessore alla Sanità Angelo Gratarola. Laureata con 110 e lode in Economia Aziendale, indirizzo Finanza Aziendale alla Luigi Bocconi di Milano, ha iniziato a lavorare in sanità nel 1994, un anno dopo la discussione della tesi. Ha ricoperto diversi incarichi amministrativi in arie aziende sanitarie lombarde prima di confluire in Asl1 . L’abbiamo incontrata per fare il punto sulla situazione, che vede l’Asl1 alle prese con pratiche importanti e per certi versi storiche e per conoscere meglio la donna dietro all’importante carica istituzionale nella Provincia di Imperia. 

 

L'intervista alla Dg Maria Elena Galbusera

Dottoressa, partiamo dai fatti recenti, slitta l’apertura del Punto Nascite di Sanremo, quali sono le difficoltà?
«Vogliamo rassicurare i cittadini: non credo che saremo in grado di aprire il primo febbraio, come annunciato, ma sicuramente saremo operativi entro la fine dello stesso mese. Le strutture sono pronte, sia il reparto di ostetricia che il Nido, abbiamo gli infermieri, gli Oss e le ostetriche. Stiamo riscontrando alcune difficoltà, in risoluzione, per i ginecologi».

Partiti a inizio settimana anche i lavori per il completamento del Palasalute di Borgo Baragallo a Sanremo. La struttura ospiterà anche una casa di comunità. Quali saranno i servizi erogati e le tempistiche?
«Sono otto anni, complice anche il fallimento della ditta che effettuava i lavori, che la pratica è ferma. Il nostro ufficio tecnico afferma che il palasalute sarà pronto in un anno e mezzo, 12 mesi di lavori e sei di collaudi, ma è sempre meglio essere più cauti. Gli imprevisti sono sempre dietro gli angoli. La struttura, oltre alla Casa di Comunità (i presidi previsti dal Pnrr per separare ulteriormente la medicina di elezione dal comparto emergenza-urgenza), ospiterà tutti i servizi territoriali che sono attualmente compresi nella sua controparte imperiese. Comunque, non oltre il 2026, che è la scadenza fissata dal Pnrr».

In tema di tempistiche, a quando la prima pietra dell’Ospedale unico di Taggia?
«E’ un tema molto complesso, vista la vastità dell’opera. C’è comunque stato un grande passo in avanti, lo scorso novembre, con l’approvazione dal Consiglio comunale di Taggia della variante urbanistica che colloca definitivamente il nosocomio. Noi di Asl1 abbiamo deliberato in estate il quadro esigenziale, ossia, in parole povere, la traduzione delle caratteristiche, in materia di post letto e strutture, rispetto agli abitanti della provincia».

L’assessore Gratarola in una delle ultime conferenze dei sindaci parlava del 2025, il sindaco Conio del 2028. Chi dei due è più realistico?
«Non credo che riusciremo a vedere una prima pietra, se non simbolica, entro il 2025. L’inizio dei lavori vero e proprio sarà sicuramente oltre».

Cosa ne sarà degli ospedali di Imperia e Sanremo, una volta completato il nosocomio a Taggia?
«Tutte le strutture ospedaliere saranno trasferite a Taggia, per il resto è prematuro, ancora, parlarne».

Resteranno dei punti di primo intervento?
«Anche in questo caso è troppo presto. Certamente cercheremo di integrare le necessità dei cittadini e, per dove possibile, anche con gli ospedali e le case di comunità, lavorare sul front della prevenzione. Ossia cercare di prevenire che un cittadino abbia necessità di accedere alla rete di emergenza urgenza. Colgo l’ccasione per sottolineare alcune cose. E’ facile da raggiungere per la baricentricità nella Provincia di Imperia e la vicinanza con la rete ferroviaria e altre infrastrutture: poi riunire tutti i professionisti in un unico punto può essere stimolo per il confronto. E questo può essere un incentivo che attrarrà professionisti sanitari e ci aiuterà a combattere la cronica carenza di personale»

Veniamo a lei, quando ha iniziato?
«Ho iniziato subito dopo la laurea, nel 1994. come assistente amministrativo all’ospedale di Carate Brianza, nella provincia di Monza e Brianza, che poi è stato accorpato. Ho ricoperto diversi incarichi nel sistema sanitario lombardo che è strutturato in modo molto differente rispetto a quanto accade in Liguria e la Regione stessa è molto più presente, “invasiva”, rispetto a quanto ho visto qui».

E’ sposata? Ha figli?
«Quest’anno faccio 30 anni di matrimonio e ho due splendidi figli, un maschio di 25 anni e una femmina di 21. Abito ancora in Brianza, qui sono da sola, faccio la pendolare al contrario. Mentre i lombardi nel week-end vanno in vacanza al mare, io procedo nel senso inverso. E non è facile, perché le criticità legate al traffico sulle infrastrutture liguri sono note. Però voglio tronare, per stare con la mia famiglia, i miei amici e i miei genitori che sono piuttosto anziani e hanno bisogno di me. Sono molto legata a loro»

Prima cosa, ha del tempo libero?
«Molto poco, soprattutto dopo il 15 gennaio (ride, ndr). perché il lavoro mi assorbe completamente. Cerco di ritagliarmi qualche spazio».

Cosa le piace fare?
«Quando posso mi piace spassare il mio tempo con la famiglia e gli amici che ho dal periodo adolescenziale. Siamo molto uniti. Mi piace molto camminare anche, leggere e nuotare. Spero, quando la situazione si sarà assestata, di poter recuperare queste mie passioni che ultimamente trascuro un po’».

Quali sono le aspettative, nel bene e nel male, per questo incarico importante?
«Nel male, spero nulla. Anche se è un lavoro complicato, molto impegnativo e assorbente. Il mandato dell’azienda è quello di garantire la salute di tutti, questo grande senso di responsabilità ricade sulle mie spalle, nei confronti dei miei collaboratori e dei cittadini. E’ sicuramente un’enorme occasione di crescita professionale»

Davide Izetta

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