IN TRIBUNALE A IMPERIA

Corruzione e peculato a Sanremo: chieste 6 condanne in abbreviato

Si è chiusa, in tribunale a Imperia, con 6 richieste di pena, in abbreviato, la requisitoria del pm Luca Scorza Azzarà

Corruzione e peculato a Sanremo: chieste 6 condanne in abbreviato
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Si è chiusa, in tribunale a Imperia, con 6 richieste di pena, in abbreviato, la requisitoria del pm Luca Scorza Azzarà al processo per corruzione, spaccio, peculato e altri reati, che ha visto finire nei guai alcuni poliziotti del commissariato di Sanremo.

Tra le richieste ricordiamo quelle di Christian Borea (3 anni e 10 mesi)

all’epoca assistente di polizia in servizio al commissariato di Sanremo, al quale vengono contestati diversi capi di imputazione, per reati commessi tra il 19 gennaio e il 16 giugno del 2021.

Quindi, Jalil Oujjet (7 anni) marocchino, residente a Sanremo; Omran Moulod Merssal Asara (5 anni e 21mila euro), nato in Libia, irreperibile; Saimir Biti (6 anni), albanese, abitante a Sanremo e Alessio Olivieri (2 mesi), nato a Genova, assistente di polizia, all’epoca in servizio presso il commissariato di Sanremo e Karima Belhoue (1 anno e 4 mesi), mamma di Oujjet, quest'ultima accusata di percepire il reddito di cittadinanza illegittimamente. Personaggio chiave dell’inchiesta risulta essere Borea.

Le accuse di corruzione e spaccio derivano in particolare dal fatto

che avrebbe omesso di interrompere l’attività di spaccio di un marocchino residente a Sanremo (Oujjet), che gli forniva la cocaina sia a pagamento che in omaggio, in cambio di ripetuti consigli e informazioni riservate per evitare eventuali controlli delle forze dell’ordine.

In un caso lo avrebbe avvisato della presenza di una telecamera di sorveglianza

occultata sul pianerottolo della sua abitazione e gli avrebbe segnalato l’incremento dei controlli di polizia per la presenza in città di personale del reparto prevenzione crimine Liguria giunto da Genova. Si sarebbe pure offerto di custodire per suo conto dello stupefacente, invitandolo a limitare la propria attività di spaccio.

C’è poi la truffa, derivante dal fatto che approfittando del proprio ruolo

di componente della squadra di polizia giudiziaria del commissariato, si sarebbe allontanato dall’ufficio in orario di servizio per ragioni non meglio precisate di ufficio, ma in realtà sarebbe andato a fare la spesa o altri acquisti.

Fabrizio Tenerelli

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