Studenti Liguri in visita ad Auschwitz: tra di loro il Viesseux di Imperia
Visita di sensibilizzazione per le studentesse e studenti liguri. Le riflessioni della delegazione sulla tragedia della Shoah
«Siamo stati nel cuore dell'inferno», le riflessioni degli studenti al termine del viaggio nei campi di sterminio
costruiti, in Polonia, dai nazisti.
La delegazione era accompagnata dal vicepresidente del Consiglio regionale Armando Sanna, dai consiglieri regionali Roberto Arboscello, Giovanni Boitano, Roberto Centi, Gianni Pastorino e Ferruccio Sansa, dal rabbino capo della Comunità ebraica di Genova Giuseppe Momigliano, da Filippo Biolè della sezione Aned di Genova, da Licia Cesarini per la sezione Aned di Savona/Imperia, Renzo Lumachelli della sezione Aned della Spezia. Hanno partecipato all’iniziativa anche i dirigenti scolastici Renzo Ballantini dell’Istituto omnicomprensivo Vallescrivia e Paola Salmoiraghi del Liceo Marconi-Delpino di Chiavari e i docenti Paola Mallone dell’istituto Ferrari-Pancaldo di Savona, Sofia Martino dell’istituto Viesseux di Imperia e Monica Pastorino dell’istituto Orazio Grassi di Savona.
«Per tutti noi è stata un’esperienza toccante, un appuntamento con la nostra storia, con la nostra umanità e, nel contempo, con la nostra disumanità. Siamo stati nel cuore dell’inferno». Questo è la prima riflessione dei 24 studenti liguri, vincitori della XVI edizione del concorso “27 Gennaio – Giorno della Memoria al termine del viaggio delle scuole”, al termine del viaggio in Polonia, nei lager di Auschwitz-Birkenau, e nel ghetto di Cracovia. «Abbiamo sentito e visto il dolore. Abbiamo percepito la paura aleggiare ancora nell’aria, nei campi, nelle strade, nel ghetto, nelle celle, nelle baracche. Le pagine, i video e le immagini con cui abbiamo studiato, durante questo “viaggio” - aggiungono i ragazzi - hanno preso forma in maniera incisiva e, potremmo dire, potente e prepotente.
Dalle pagine alla realtà: un pugno forte al centro del nostro “io”, una messa in discussione della nostra identità e del dissidio fra bene e male. Dopo quest’esperienza siamo testimoni di quanto la normalità degli atteggiamenti, un’obbedienza cieca all’autorità o, più semplicemente, una totale indifferenza abbiano reso possibile lo sterminio di uomini, donne e bambini la cui unica colpa fu quella di appartenere ad una minoranza religiosa o etnica».
Il bilancio di questo viaggio è chiaro: «Torniamo cambiati. Abbiamo imparato a non dare per scontati i nostri diritti, abbiamo ampliato le nostre conoscenze, vissuto momenti che ci hanno sconvolto. In tanti abbiamo pianto. Capelli, scarpe, valigie, oggetti, veleno, fotografie, ogni cosa vista qui ci ha trasmesso l’orrore. Abbiamo versato lacrime di pietà, vergogna, colpa. E’ stata un’esperienza di catarsi, fatta tutti insieme, con mani intrecciate nell’abnorme spazio dei campi di sterminio a formare una catena umana più forte delle atrocità e della disumanità. D’ora in avanti - concludono gli studenti- sapremo porci interrogativi profondi su quanto avviene nel mondo, riflettendo su ogni nostra intenzione e decisione, nel pieno rispetto degli altri. Torniamo cambiati. Ognuno di noi sentirà ancor più l’urgenza di fare del bene e di non cedere all’indifferenza. Porteremo a casa e nelle classi la speranza, e non la disperazione, la consapevolezza, e non l’ignoranza».
Il viaggio si è concluso ieri a Varsavia con la visita al museo “Powstania Warszawskiego”, dedicato all’insurrezione della città contro l’occupazione tedesca.