Vallecrosia ricorda il campo di prigionia nell'ex Fassi alla Giornata della Memoria/ I discorsi

"Come ieri si voleva ignorare ciò che succedeva sotto la stazione centrale di Milano al binario 21, oggi si vuole ignorare ciò che succede in tante parti del mondo, consumate da guerre e stermini, dalle quali fuggono decine di milioni di persone".

Vallecrosia ricorda il campo di prigionia nell'ex Fassi alla Giornata della Memoria/ I discorsi
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"Come ieri si voleva ignorare ciò che succedeva sotto la stazione centrale di Milano al binario 21, oggi si vuole ignorare ciò che succede in tante parti del mondo, consumate da guerre e stermini, dalle quali fuggono decine di milioni di persone".

Lo ha detto il sindaco di Vallecrosia, Ferdinando Giordano, alla celebrazione della Giornata della Memoria, che si è tenuta nei Giardini di via San Rocco, davanti alle scuole e alla ex Fassi, alla presenza delle massime autorità cittadine. Il primo cittadino cita, quindi, Papa Francesco.

"Ha denunciato questa situazione, nel tempo della globalizzazione, come la 'globalizzazione del peccato dell'indifferenza' - afferma il primo cittadino -. L'indifferenza di quanti preferiscono voltare lo sguardo altrove, tacere e non prendere atto della barbarie che si stava consumando nel nostro continente fu la principale complice del massacro di milioni di ebrei, rom, sinti, omosessuali, disabili e oppositori politici nei lager nazisti. E la memoria è uno degli antidoti più forti all'indifferenza. Coltivarla, anche attraverso iniziative come questa di oggi qui, e trasmetterla alle nuove generazioni è una fondamentale responsabilità, oltre che della società civile, della politica e delle istituzioni".

Nell'affermare che  la Shoah "rappresenta un unicum che non ha paragoni nella storia perché mai è stata ideata, progettata e realizzata una vera e propria industria della morte così efficiente e spietata", Giordano, parla dell'Europa come: "terra dei diritti fondamentali, che per questa ragione è punto di riferimento nel mondo, non può chiudere gli occhi. Salvando vite nel Mediterraneo, intervenendo politicamente nelle crisi che sono all'origine delle migrazioni, i Paesi membri dell'Unione Europea hanno la possibilità di dimostrare di essere all'altezza della loro storia e dei loro valori".

E poi. "Alimentare la memoria vuol dire anche operare per scongiurare nuove e insidiose "indifferenze". Quel passato e il nostro presente sono profondamente diversi per molti aspetti ed ogni forma di equiparazione sarebbe fuorviante, ma c'è un filo che li lega tra loro. Vicende drammatiche che però sembrano non toccarci nonostante influiscano sul presente e sul futuro dell'Europa e dei suoi cittadini. Un'Europa che, uscita dalle macerie del secondo conflitto mondiale, ebbe la forza di dar vita ad istituzioni comuni, confidando in un futuro di pace e prosperità".

Nel ricordare che la Giornata della memoria corrisponde all’apertura dei cancelli di Auschwitz, il 27 gennaio del 1945, da parte dell’Armata Rossa, la senatrice Donatella Albano, ha affermato: “Ci vollero anni, decenni, teorie di supremazia razziale circolanti da almeno un secolo prima. Idee terribili che trovarono radicamento in gran parte della popolazione, corroborate da documenti falsi, come i Protocolli di Sion, che prima si focalizzarono contro le persone di religione ebraica poi contro chiunque fosse diverso da una presunta purezza genetica, contro chi era diverso per una qualche ragione, contro gli zingari, gli omosessuali, i disabili, gli oppositori politici”.

E poi. “Questo accadde quando in molti ritennero legittima e plausibile una separazione fra un noi e un loro, dimenticando che siamo tutti persone con lo stesso diritto di vivere. Ma quello che accadde allora non è una storia che non ci riguarda o che ci riguarda marginalmente. L'Italia promulgò le leggi razziali e le applicò anche con abominevole efficienza e come ha ricordato martedì in consiglio regionale solenne il rabbino capo delle comunità ebraiche liguri Giuseppe Momigliano, furono molti gli italiani che andarono a denunciare presso le autorità la presenza di ebrei nascosti”.

E proprio a Vallecrosia, nell'edificio che ospitava lo stabilimento Fassi e che durante la guerra fu una caserma, tra il febbraio e l'agosto del 1944 venne creato un campo di concentramento provinciale come prevedevano le leggi del governo repubblichino di Salò. “In questo campo - ancora la Albano - vi transitarono cinque persone: due giovani di 12 e 20 anni arrestate a Bordighera insieme alla loro madre e due signore arrestate a Sanremo che da Vallecrosia furono sposate a Fossoli, in Emilia Romagna e da lì furono mandate ai campi di sterminio. Dalla nostra provincia partirono cinquantadue persone. Solo sei di queste sono ritornate”.

Ne corso della mattinata, gli alunni delle scuole hanno letto alcuni brani del Dario di Anna Frank

Gornata della Memoria Vallecrosia
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