il preside sotto assedio

Contro le frasi sessiste del preside Auricchia la rivolta degli studenti. E lui si difende con una lettera

La replica del dirigente scolastico: "Vorrei infine che sui social come altrove si potessero esprimere liberamente le proprie opinioni"

Contro le frasi sessiste del preside Auricchia la rivolta degli studenti. E lui si difende con una lettera
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Come anticipato ieri è andata in scena questa mattina la protesta degli studenti del Liceo Vieusseux di Imperia contro il preside Paolo Auricchia, reo di aver postato commenti sessisti ("Se fosse stata in cucina a preparare le tagliatelle non si sarebbe fatta male") contro un arbitro donna infortunata durante una partita di calcio. Cartelli, striscioni, mattarelli e pacchi di tagliatelle questa mattina fuori dal Liceo.

Il rappresentante degli studenti: "Ci dissociamo assolutamente dalle parole del preside"

"Come studenti ci dissociamo assolutamente dalle parole del preside, lo abbiamo fatto fin dal primo istante - il commento di Alessandro De Masi, rappresentante degli studenti del Vieusseux - Chiediamo delle spiegazioni vere e proprie non vogliamo che ci sia una scusa, che si utilizzi attraverso la libertà di pensiero. Sono dei fatti inammissibili nel 2024. E in risposta a ciò abbiamo organizzato questa piccola manifestazione e organizzeremo poi domattina un corteo al quale invitiamo tutti i professori, tutti gli alunni e anche i genitori, sia della nostra scuola che delle altre scuole di Imperia"

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Il preside Auricchia si difende: "Rispetto è anche non credersi depositari della verità e del verbo"

"In relazione al polverone di polemiche fuori luogo creato nella giornata di ieri - si legge in una nota inviata ai giornali dal Preside Paolo Auricchia questa mattina -  vorrei fare notare che la frase è stata estratta da una chat social privata, decontestualizzata, travisata e forse strumentalizzata politicamente. Non so se questo è legittimo, ma so per certo che il contenuto riportato nella frase stessa rientrava nella dinamica del dibattito social, ma non corrisponde alle mie convinzioni in materia. Vorrei dire chiaramente, sperando di non essere frainteso, che apprezzo e sostengo il diritto delle donne ad accedere a tutte le professioni e attività corrispondenti ai loro desideri e inclinazioni.

"Lo dico alle alunne del mio liceo - aggiunge la nota -  che non erano certo le destinatarie delle considerazioni di quella chat. A loro auguro con tutto il cuore di realizzarsi compiutamente in ogni lavoro, carriera e professione a cui vogliano ambire. Lo dico alla Consigliera di parità regionale dott.ssa Amoretti, che conosce l’impegno del liceo in tutte le occasioni di promozione dei diritti femminili, impegno di cui una parte presumo possa e debba essere ascritta anche al preside. Lo dico a Savioli dell’Associazione arbitrale, precisando che trovo l’estensione della partecipazione femminile a tutti i ruoli del mondo dello sport assolutamente auspicabile ed encomiabile, superando pregiudizi che in alcuni ambiti sportivi so non essere ancora del tutto accantonati.

"Come cittadino di questo Paese  - conclude Auricchia - vorrei infine che sui social come altrove si potessero esprimere liberamente le proprie opinioni, anche errate, anche espresse in modo infelice, anche contrarie al politicamente corretto, senza essere messi alla gogna. Il rispetto è anche non credersi gli unici depositari della verità e del verbo. Riconoscere questo per chiunque si esprima, in particolare in chat private, sarebbe indice di maturità democratica». 

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