L'ultimo Consiglio comunale di Biancheri
Il sindaco: "Grazie a tutti". Artioli: "Cambiare i vestiti senza rinnegare gli abiti di prima"
Questa sera, a Sanremo l'ultimo Consiglio comunale del mandato 2019-2024, che chiude il Biancheri Bis. All'ordine del giorno importanti pratiche, come le modifiche alle tariffe Tari, il rendiconto di esercizio 2023 e l'importante snodo dell'approvazione dello statuto di Rivieracqua, propedeutico all'ingresso del socio privato (gara a luglio), nell'assetto della società che gestisce il servizio idrico integrato imperiese.
L'ultimo consiglio comunale di Biancheri: "Quindici milioni per la prossima amministrazione"
Il sindaco Alberto Biancheri ha aperto il Consiglio salutando maggioranza, opposizione e i dipendenti comunali, prima di procedere nell'illustrare il rendiconto. «Non nascondo un certo orgoglio- ha detto il primo cittadino-. Tutti i sì che abbiamo incassato in questa aula e il fatto che mai è mancato il numero legale mi fanno credere che sia un segno di fiducia nei miei confronti». Biancheri ha illustrato, poi, le principali opere che la sua amministrazione ha messo in campo: dal restyling, con avvio complesso e rallentato dalle note vicende giudiziarie (conferenza dei servizi in eredità alla prossima amministrazione), al Palazzetto dello Sport, al parcheggio di Piazza Eroi.
«Riconosco che forse è il momento di cambiare, che arrivi nuova linfa. È importante sottolineare- chiude il sindaco- che la prossima amministrazione avrà a disposizione 15 milioni di euro di avanzo di bilancio da investire».
"Cambiare vestiti senza rinnegare l'abito"
Dura la replica del consigliere Artioli (Forza Italia): «Il sindaco è capace molto più del resto della maggioranza a toccare i sentimenti. Soprattutto nel primo mandato, spesso l'ho sostenuto, non è tutto luci o ombre e ha attraversato momenti di reali emergenze. Ho l'impressione, però, che con il trascorrere degli anni, il sindaco si sia distratto. Come quando si apre un armadio vecchio e si sente odore di stantio. È il momento di cambiare, senza rinnegare l'abito in toto».