L’esperienza americana del 17enne Simone Tommasini

L’esperienza americana del 17enne Simone Tommasini
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Un’esperienza che si porterà per sempre nel cuore, quella fatta da Simone, figlio di Sergio Tommasini e Nicoletta Di Norscia. Diciotto anni da compiere a ottobre, Simone Tommasini si è diplomato in Florida alla North Broward Preparatory School, davanti ai genitori molto emozionati.

Come è nata l’idea di trascorrere un anno in America?

«Devo tutto ai consigli di papà e mamma. Grazie a loro e all'agenzia You Abroad, ho preso la decisione di trascorrere un anno scolastico negli Stati Uniti, una decisione che si è rivelata fondamentale per la mia crescita personale e accademica.»

Quali sono state le difficoltà più grandi che hai dovuto affrontare?

«Innanzitutto la lingua. Non è stato facile all’inizio farmi capire e poi la mancanza dei miei genitori e soprattutto degli amici.»

Come le hai superate?

«La lingua piano piano non è stato più un problema e gli amici sono riusciti a farmeli anche lì e ora mi mancano. Ho avuto la fortuna di avere un compagno di stanza brasiliano e di fare subito amicizia con un ragazzo giapponese. Inoltre, ho incontrato alcuni studenti italiani con cui sono diventato molto amico. Il rapporto tra noi studenti internazionali è andato oltre l'amicizia; siamo diventati una vera e propria famiglia, offrendo supporto reciproco nei momenti difficili.»

Tu hai frequentato il quarto anno che corrisponde al quinto anno nostro. Ora quindi tu sei ufficialmente “graduato” e puoi accedere alle università americane. Hai già qualche idea sul tuo futuro prossimo?

«Di certo tornerò negli Stati Uniti ad agosto. Andrò a New York alla Pace University - Pathway Bridge Program (business school and academic English) dove si tengono corsi per perfezionare il mio inglese e che soprattutto mi darà la possibilità di capire meglio cosa voglio fare in futuro.»

Torniamo al “college”. Quali differenze ci sono tra la scuola americana e quella italiana?

«Qui in Italia si studia molto di più sui libri. In America si usa molto internet, si fanno molte ricerche. Anche lo studio della storia, ad esempio, è differente. Gli insegnanti ci davano dei temi e noi, tramite internet, dovevamo sviluppare l’argomento. È un sistema di studio molto più pratico.»

Come trascorrevi le tue giornate?

«Andavo a scuola fino alle 15.36 (o 14.36) e poi il primo trimestre facevo nuoto. Negli ultimi due trimestri, invece, non sono stato ammesso al corso di nuoto e quindi studiavo, o giocavo a calcio con i miei amici e la sera uscivo con i ragazzi che ho conosciuto.»

Cosa ti ha lasciato questa esperienza americana?

«Questa esperienza mi ha cambiato notevolmente. Mi sento più maturo e consapevole delle mie capacità. Ho imparato che assumersi responsabilità è parte integrante del percorso di crescita e che affrontare tali compiti con serenità e determinazione è fondamentale per il successo personale e accademico. Ora ho una chiara visione del percorso che desidero intraprendere nella vita e il mio desiderio di viaggiare e scoprire il mondo e le altre culture si è rafforzato ulteriormente.

Il 17 maggio mi sono diplomato, un traguardo che rappresenta un importante risultato personale. Superare le sfide e le difficoltà di vivere in un ambiente nuovo e sconosciuto ha aumentato la mia autostima. Ho dimostrato a me stesso di essere in grado di affrontare le sfide e di adattarmi con successo a nuove situazioni, diventando più maturo e consapevole.

Ciò che prima poteva sembrare normale o scontato ora lo vedo con occhi diversi, con una maggiore consapevolezza e comprensione. Le esperienze che ho vissuto in questi mesi sono state un cammino alla scoperta di me stesso che mi hanno reso più forte. Ho capito che la distanza rinforza i veri rapporti e che la famiglia è un punto di riferimento che ci sarà sempre.

Non cambierei nulla di questa esperienza perché ogni momento è stato unico. Mi sento pronto ad affrontare nuove sfide e a inseguire i miei sogni con determinazione.»

C’è qualcuno a cui devi dire “Grazie”?

«Ai miei genitori in primis. E poi ci tengo a ringraziare la Dirigente Dott.ssa Beatrice Pramaggiore, il Vicepreside Mario Scavello, la Prof.ssa Priscilla Cerzosimo del Liceo Amoretti e tutti i docenti della 4C indirizzo socio-economico di Sanremo per il loro sostegno in questa esperienza indimenticabile.»

Simona Maccaferri

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