una messa del vescovo

Alla parrocchia degli Angeli di Sanremo torna dopo 50 anni il culto di fra Giorgio Oppezzi

Alla parrocchia degli Angeli di Sanremo torna, domattina, dopo oltre cinquant’anni il culto del beato Giorgio Baldassarre Oppezzi

Alla parrocchia degli Angeli di Sanremo torna dopo 50 anni il culto di fra Giorgio Oppezzi
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Alla parrocchia degli Angeli di Sanremo torna, domani (mercoledì 17), dopo oltre cinquant’anni, con una messa (ore 8 e 18)che sarà presieduta dal vescovo diocesano Antonio Suetta, il culto del beato Giorgio Baldassarre Oppezzi.

Una tradizione nata nel 1527 alla morte del frate francescano

proclamato beato a furor di popolo per le sue grazie e proseguita fino agli anni ’60 del secolo scorso, quando l’allora parroco degli Angeli, Alberto Albondi, particole vescovo a Livorno. "Da allora la tradizione andò a perdersi. Abbiamo riattivato il culto - racconta il vicario parrocchiale degli Angeli, Marco Castagna - con una messa in suo onore e la supplica. Tanti, ancora oggi, ricordano con affetto e devozione il beato Giorgio, del quale custodiamo qui il corpo incorrotto”.

La storia inizia nel 1.500, quando fra Giorgio si trasferisce da Vigone (Torino) a Santa Maria degli Angeli, all’epoca convento francescano abitato dai frati, ma muore in giovane età  probabilmente per tubercolosi. Viene così tumulato nella allora fossa comune del convento e due anni dopo si scopre che il suo corpo è incorrotto. Per questa ragione e per le grazie che distribuì in vita viene acclamato beato dal popolo, ma non a livello canonico.

La storia del beato Giorgio tratta da un libro di don Giacomo Simonetti

Qui di seguito la storia del beato Giorgio, che don Marco Castagna ha tratto da un libretto che realizzò l'ex parrocco degli Angeli, Giacomo Simonetti

Dopo Cinquant’anni recuperato il Culto a fra’ Giorgio (Baldassare) Oppezzi, il Beato del Popolo. Una storia ricca di grazia e devozione che inizia agli albori del millecinquecento, quando il giovane fra’ Baldassarre lascia il convento francescano di Torino alla volta della comunità di Santa Maria degli Angeli in Sanremo.

Purtroppo un male terribile (tubercolosi?) non gli permette di giungere al desiderato soglio dell’Altare e muore appena ventenne al grado di Diacono. Dopo due anni dalla sepoltura, all’apertura della fossa comune conventuale, viene ritrovato incorrotto ed emanante profumo di fiori.

Cosi, intonato l’  “Iste Confessor” è traslato e riposto con devozione alla venerazione dei fedeli, nell’atrio dell’antico convento, qui egli non tarda di ricompensare i suoi devoti dispensando grazie su grazie, tanto da conquistarsi “sul campo” il titolo di “Beato”.

La Curia Vescovile (allora di Albenga) e l’autorità Civica Matuziana, incaricano i rispettivi notai di annotare tutto con disciplina. Da allora il culto e la devozione, fra tridui e novene, rimasero ininterrotte fino alla partenza dell’amato don Alberto Ablondi, negli anni sessanta del novecento (questi chiamato da parroco degli Angeli alla dignità episcopale).

Da quel momento tutto dimenticato.

Il compianto don Simonetti volle allora ricomporne la storia e tramandarla a noi oggi attraverso un prezioso libretto: “Fra’ Giorgio Oppezzi, un modello da riscoprire” (2001). Qui egli sottolineava come la vita del “Beato” fu caratterizzata dall’umiltà e dalla devozione a Maria Santissima.

E come l’allora mons. Daffra, Vescovo di Ventimiglia, dopo l’ultima ricognizione canonica (1906), volle additare fra’ Giorgio a insigne patrono del Clero intemelio. Oggi, credo, che fra’ Giorgio Baldassarre possa essere un esempio da guardare, imitare e invocare. In una società di uomini lontani da Dio, egli risponde con la devozione a Maria, quale stella di sicura speranza. In una cultura sempre più soggettivista e violenta, egli risponde con il sorriso e l’umiltà.

E ancora oggi Egli riposa presso l’Altare, sotto l’icona di Maria Salus Infirmorum, per pregare e intercedere per tutti noi; e da lì riecheggiano ancora le parole che ottennero dal Signore i segni prodigiosi presso Cana di Galilei: “fate quello che Lui vi dirà”. Da quest’anno, il 17 Luglio, è ripristinato il Culto e la Devozione, nella Memoria del Dies Natalis. Don Marco, vicario parrocchiale.

Fabrizio Tenerelli

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