il personaggio

Dai campi di calcio a quelli di rugby: l'allenatore Giovanni Lotti si racconta

"Ho un solo rimpianto, la rinuncia al calcio professionistico". Ora allena il Monaco Rugby

Dai campi di calcio a quelli di rugby: l'allenatore Giovanni Lotti si racconta
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Dal calcio, al ciclismo e al rugby. E' il singolare percorso di Giovanni, "Gianni" Lotti, taggiasco che ha oggi 57 anni.

Giovanni Lotti si racconta tra rugby e calcio

Gli appassionati lo ricordano già in prima squadra della Taggese, a soli 16 anni, grande promessa del calcio locale, per poi vestire le maglie di Armataggia, Ospedaletti, Santo Stefano e Carlin's. Fino a 27 anni. Da ragazzo era stato in Rappresentativa ligure vincendo due tornei a livello nazionale.

«Avevo iniziato - racconta - nella Taggese a 8-9 anni come pulcino. E si giocava anche, oltre che sul campo, nei carruggi e nelle strade. Vincemmo un campionato incassando solo due reti. Nel 1983-4, l'allenatore Enzo Nehuoff portò me ed Enzo Cristiano in prima squadra. Giocai una decina di partite che ci portarono a vincere a campionato a pari punti con il Sanremo '80 per poi perdere lo spareggio che ci avrebbe portati in Promozione ma c'era stato un ulteriore spareggio fra le seconde  e questa volta vincemmo. Fino ad allora avevo giocato libero ma venivo impiegato a centrocampo».

 

Sembrava destinato a grandi cose ma… «Ho - confessa - un solo rimpianto. Il selezionatore della Rappresentativa regionale, Ivaldi, mi propose provini in società professionistiche. Rinunciai. Non avevo preso coscienza di questa opportunità. L'anno successivo ebbi un doppio problema a entrambe le spine calcaneari e giocai solo tre partite. Ebbi poi un incidente in moto che mi fece saltare il servizio militare ma anche il campionato. Quando sono tornato in campo non ho più raggiunto i livelli che mi aspettavo». Comunque Lotti disputò una mezza dozzina di campionati della Promozione dell'epoca, quando si andava a giocare anche in Piemonte oltre che in Liguria.

 

La tappa nel ciclismo

Ecco dunque un primo cambiamento con il passaggio al ciclismo. Tre anni. «Ero - ricorda - con il Team Grosso Sport di Arma di Taggia. Mi piaceva pedalare. Ho anche fatto delle gare, diverse in Francia. Non ne ho mai vinta una ma mi sono divertito».

 

Il salto alla "palla ovale"

Nuovo capitolo, il rugby. A 32 anni. «Il rugby - spiega - mi è sempre piaciuto. L'ho provai in un torneo di beach-rugby. Con me un altro ex della Taggese, nonché carissimo amico, Ivano Upennini.  Provai e mi tesserarono nel Delta Rugby Imperia. Sono passato dall'essere pagato per giocare a calcio a pagare io per giocare a rugby. Uno sport umile che insegna valori importanti dove il rispetto per gli avversari e per gli arbitri è una regola assoluta». All'esordio, contro il Valledora Torino, eccolo protagonista di un exploit: un velocissimo coast to coast di 100 metri, seminando gli avversari e realizzando un meta come testimoniato da un entusiasmante video televisivo: era il primo pallone ovale che toccava in una partita ufficiale! Gianni ha continuato a giocare a rugby fino a 43 anni, età massima consentita dalla Federazione, per passare a campionati veterani a Mentone e a Monaco dove ha pure allenato per dodici anni nei settori giovanili. Attività che continua a svolgere, acquisito il brevetto federale in Francia (dove il rugby è popolarissimo) anche se non più in modo troppo vincolante.

 

La passione per la musica di Giovanni Lotti

Nel frattempo, con la compagna Laurence,  parigina, ha avuto due figli, Simon, 19 anni, e Victor, di 15. Il primo ha giocato nel Monaco Rugby e ora è nel Paris Olimpique Rugby. Il secondo gioca, come portiere, nella Taggese. Altre passioni?  «Amo tantissimo il cinema e la musica. Il periodo che preferisco è da inizio secolo scorso fino al 1950. Tra il muto e il sonoro. Avevo solo 14 anni e, con i miei soldi, compravo i fascicoli dell'Enciclopedia del cinema. Sono appassionato poi di jazz rock, weather report e fusion».

Marco Corradi

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