Sit-in in 46 città

Anti gender nelle scuole: anche Sanremo scende in piazza contro la risoluzione Sasso

Camera approva stop alla "propaganda" nelle classi. Le associazioni Lgbtq+ insorgono

Anti gender nelle scuole: anche Sanremo scende in piazza contro la risoluzione Sasso
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Continua il dibattito sorto intorno all'approvazione, alla camera dei Deputati di Roma, della risoluzione presentata dal leghista Rossano Sasso "anti gender", che prevede la sospensione di qualsiasi insegnamento "gender" tar i banchi in virtù della preservazione della "neutralità". La risoluzione ha sollevato un coro di protesta da parte delle opposizioni e di numerose associazioni Lgbtq+ o referenti alla galassia progressista,  tanto che è prevista, mercoledì 25 settembre, una mobilitazione nazionale nelle piazze di molte città italiane. Tra esse, anche la Città dei Fiori che, come è noto, nel m1972 ha visto nascere il movimento Lgbtq+ italiano con "l'assalto"  di numerosi attivisti al simposio al casinò in cui si dibatteva dei "metodi per curare l'omosessualità".

 

Anti gender nelle scuole: anche Sanremo scende in piazza contro la risoluzione Sasso

Mobilitazione di massa con oltre 250 realtà nazionali che hanno scelto di sposare la protesta contro la risoluzione Sasso: dalle 18:00 alle 20:00 attivisti non piazza non solo a Sanremo, ma anche a Aosta, Avellino, Bergamo, Bisceglie, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Catania, Cosenza, Cremona, Cuneo, Firenze, Frosinone, Genova, Grosseto, L’Aquila, Latina, Lecce, Livorno, Mantova, Milano, Modena, Padova, Palermo, Pavia, Pesaro, Pisa, Pistoia, Pomigliano d’Arco, Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Rovereto, Rovigo,  Siena, Taranto, Torre del Greco, Trani, Trapani, Trento, Varese e Vicenza. 

«Non possiamo e non vogliamo restare indifferenti alla deriva illiberale e antidemocratica dell’Italia al tempo del Governo Meloni- si legge in una nota stampa firmata da Mia Arcigay Genova e "Tocca a Noi"- . Sentiamo il dovere e l’urgenza di reagire ed opporci con fermezza all’approvazione della risoluzione Sasso (Lega) che vieta l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, tacciandola di essere espressione di una fantomatica ed inesistente “’ideologia gender».

 

«Anticamera di una legge da paese antidemocratico (come Ungheria o Russia)»

«La scuola che libera tutt3 è una scuola dove non c’è posto per i pregiudizi sessisti, razzisti, omolesbobitransfobici e abilisti- continua la nota- . È una scuola che si fa comunità educante e spazio sicuro per tutte le persone che la attraversano; una scuola che condanna e rifiuta l’odio e la discriminazione. Ma si scende in piazza anche per chiedere alle istituzioni di assumere un impegno concreto a sostegno dei progetti di educazione sessuale e affettiva nelle scuole che la risoluzione Sasso vuole mettere al bando, perché al contrario, rappresentano uno strumento indispensabile per la prevenzione e di contrasto al bullismo e alla violenza patriarcale, un presidio fondamentale per la tutela della salute riproduttiva e sessuale e per l’educazione al consenso».

 

«La risoluzione Sasso – concludono le realtà organizzatrici - è solo l’anticamera di una legge anti-LGBTQIA+* che avvicina l’Italia a Paesi illiberali, antidemocratici e responsabili di numerose violazioni dei diritti umani come l’Ungheria di Orbán e la Russia di Putin. Ecco perché non possiamo stare a guardare, c’è bisogno di fare fronte unitario con quella maggioranza silenziosa che in questo momento non decide, ma sta dalla nostra parte. A tutte queste persone chiediamo di unirsi a noi e di non lasciarci sol3».

 

La "Teoria del gender"

Teoria del gender ancora una volta nel mirino: secondo Wikipedia, è un termine ombrello- sviluppato in ambienti cattolici conservatori negli anni 90-  che racchiude  usato come parola d'ordine contro i movimenti femministi e LGBT, in opposizione alle lotte, rivendicazioni e teorie che tali movimenti hanno elaborato e prodotto nel corso degli anni, presupponendo  un complotto politico per minare la "famiglia tradizionale" e un supposto ordine naturale sul quale basare la società. In ambiti accademici, la formulazione della Teoria del gender secondo questi aspetti è considerato un "argomento fantoccio" assimilabile alle teorie del complotto, non verificate.

 

 

 

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