Ventimiglia in lutto

Morta Delia del bar Hobbit: la donna che ristorava i migranti

Per anni aveva teso la mano a centinaia di giovani. L'avevano soprannominata "Mamma Africa"

Morta Delia del bar Hobbit: la donna che ristorava i migranti
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È morta a 61 anni di età, in seguito a una grave malattia, Delia Bonuomo.

 

Morta Delia del bar Hobbit: la donna che ristorava i migranti

La donna era stata la storica titolare del bar Hobbit, a Ventimiglia. Per anni, soprattutto in quelli più duri della crisi dei flussi migratori che ha travolto la Città di Confine, non ha volato le spalle alle migliaia di migranti che hanno transitato per Ventimiglia in cerca di varcare il confine con la Francia e un futuro migliore nel Nord Europa, offrendo loro riparo e ristoro.  L'affetto che aveva dimostrato a centinaia di giovani le era valso il soprannome di "Mamma Africa", che le era stato dato in dono dalla sua "famiglia adottiva".

 

«Che mille Mamme Africa rinascano in Italia»

«Che mille Mamme Africa rinascano in Italia e in Europa, mostrando al mondo come a volte sia molto più semplice ed umano aprire una porta invece di chiuderla a chiave». Così il candidato con Alleanza Verdi e Sinistra Jacopo Colomba.

Chi la conosceva bene ricorda, invece: «Delia con il Bar Hobbit era un avamposto d’umanità del tempo presente che decideva chi stava dalla parte del giusto. Grazie. Magari è facile essere buoni. Difficile è essere…come Delia»

Le esequie della donna di terranno sabato pomeriggio nella Chiesa di Sant'Antonio a Roverino.

Il ricordo di Lorenzo Tosa

A ricordare Delia anche il giornalista Lorenzo Tosa, che più volte aveva scritto di lei, elogiando il suo impegno nell'accoglienza dei migranti arrivati in città.

"È morta Delia Buonomo. È morta una Giusta in un tempo sbagliato.

Era la titolare del bar Hobbit di Ventimiglia, ve lo ricordate? Quello che, a un certo punto, nel pieno dell’emergenza alla frontiera, Delia aveva in parte riadattato a un rifugio gratuito per migranti.
Tutto è nato nel 2016 quando ha notato alcune donne e bambini migranti seduti sul marciapiede di fronte al bar, li ha invitati ad entrare, ha offerto loro un pasto caldo, due parole, un sorriso.
Delia sapeva riconoscere in un attimo quello sguardo: lo sguardo di chi ha fame, di chi è discriminato per dov'è nato o per il suo colore, perché lo ha visto sulla propria pelle quando, da bambina, è emigrata coi propri genitori in Australia, prima di ritornare in Italia a 12 anni.
Da quel giorno le porte del bar Hobbit hanno visto passare migliaia di migranti. Migliaia di uomini, donne, bambini, rifugiati, vite violentate da botte, abusi, prigionie, respingimenti, che spesso sono costretti a rimanere per mesi bloccati al confine italo-francese senza accesso ad acqua potabile, cibo, servizi, un letto dove dormire, sottoposti ad atti di razzismo quotidiano. Ci sono ragazzi che qui hanno consumato il proprio ultimo pasto prima di prepararsi a rischiare la vita per scavalcare una cinta spinata e proseguire il proprio viaggio verso l'Europa. Delia ne ha ospitati così tanti in questi anni che tutti qui la conoscono come "Mamma Africa".
Ma Delia non si è limitata a dare da bere e mangiare gratis a chi non se lo può permettere. Ha fornito loro scarpe, vestiti, li ha aiutati a decifrare documenti o a trovare un alloggio. Ha attrezzato il bagno con spazzolini, dentifricio, sapone, assorbenti e un fasciatoio. Ha persino creato uno spazio da gioco solo per i bambini.
L’Hobbit non è stato solo un bar: è stato per anni un angolo di resistenza quotidiano. E, per questo, è stato ostacolato, multato, persino vandalizzato.
Almeno fino a quando, anche per problemi di salute, per l’ostilità sempre più insostenibile che aveva intorno e per difficoltà finanziarie, non è stata costretta a chiuderlo.
Ieri se n’è andata in punta di piedi anche la sua titolare, Delia Buonomo, a 61 anni, al termine di una lunga malattia, lasciando dietro di sé il senso più profondo e significativo della parola soldiarietà.
In tempi balordi di disumanità, barbarie e violenza istituzionale, il suo esempio resterà una fiammella accesa per ricordarci che è stata luce.
Ciao Delia".
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