Cinque richieste di condanna al processo sui combattimenti tra cani
Durante l'udienza è emerso che gli imputati avevano creato un gruppo di cani combattenti, chiamato "Wild Boys Kennel”
Si è chiusa, nel pomeriggio, con cinque richieste di pena la requisitoria del pm Salvatore Salemi al processo per associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento e ai combattimenti tra cani (aggravata dalla transazionalità), con indagine della squadra mobile di Imperia risalente 2015. A carico di Maurizio Accardo sono stati chiesti 3 anni e 6 mesi; Maurizio Vicinanza (3 anni e 6 mesi), Stefano Bassanese (3 anni), Alessandro Accardo ( 1 anno e 8 mesi), Domenico Surace (1 anno e 8 mesi).
La pubblica accusa, nel sottolineare le motivazioni inquietanti
che spingevano il sodalizio criminoso ad agire, ha detto che era stato creato un gruppo di cani combattenti, chiamato "Wild Boys Kennel”. “Scopo dell’associazione era meramente il diletto degli imputati derivante dal far combattere i cani, acquisire il prestigio per il ‘kennel’ - affermato Salemi - mentre i soldi guadagnati con i combattimenti a malapena coprivano i costi di logistica”.
Il Wild Boys Kennel era noto nel circuito internazionale dei combattimenti clandestini tra cani
tanto che gli imputati, su una chat comune, si vantavano dei loro risultati e della "fama" che determinati cani procuravano al kennel grazie ai loro successi. C'era però anche chi soccombeva durante i combattimenti, come il povero cane "Calì". Per lui, nella stessa chat, c'era solo una breve sigla dal significato inequivocabile: "R.i.p.".
Le indagini partirono per caso, nel 2015
quando di notte, sulla strada per Perinaldo, un passante udì dei guaiti e dei latrati provenire da cassone di un pick up. Chiamò la polizia e si scoprì, che si trattava di un cane chiuso dentro una gabbia.
Da lì gli investigatori risalirono al vicino allevamento di dogo argentini dei fratelli Alessandro e Maurizio Accardo, successivamente finiti sotto inchiesta. Decollarono così le indagini della polizia. Parliamo di reati consumati tra le province di Imperia, Milano e Torino, oltre che in Serbia. Il collegio, presieduto dal giudice Carlo Indellicati, ha aggiornato l'udienza al prossimo 17 dicembre per le arringhe delle difese. La sentenza è attesa all'inizio del nuovo anno.
Fabrizio Tenerelli