l'attuale calata cuneo

La ricorrenza dimenticata: i 200 anni della "Prima pietra del Porto di Oneglia"

Il 19 marzo del 1825 iniziarono i lavori grazie al lascito Ludovico Maresca

La ricorrenza dimenticata: i 200 anni della "Prima pietra del Porto di Oneglia"
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Fra poco più di una settimana per la città di Imperia (e soprattutto per Oneglia... e in particolare per  Calata Cuneo)  ricorre una data importante: esattamente il 19 marzo di due secoli fa fu posata la prima pientra del futuro porto di Oneglia, l'attuale Calata Cuneo. Nessuna ricorrenza sempra tuttavia alle viste.

Il 19 marzo 1825 la posa della prima pietra del Porto di Oneglia

Era il 19 marzo 1825 quando ebbero inizio i lavori per la costruzione del porto di Oneglia: esattamente duecento anni fa (strano che ben pochi se lo siano ricordato…).
In quel tempo Oneglia apparteneva ai Savoia. Dopo la caduta definitiva di Napoleone, nel 1815, si ebbe un periodo di grande ripresa dei traffici, che allora avvenivano soprattutto via mare. La mancanza di un porto penalizzava Oneglia, dove si affacciavano le prime imprese commerciali. L’aspirazione per costruire un vero porto era antica. Fino a quel momento i bastimenti davano l’ancora in rada, e le merci venivano trasbordate (con l’allibo) sulle barche che, dato il loro piccolo pescaggio, potevano raggiungere la spiaggia. Una complicazione che prolungava i tempi e aumentava i costi.
Calata G.B. Cuneo non esisteva, ed il mare raggiungeva le attuali via Doria e via Des Geneys. Il primo progetto per il nuovo porto prevedeva l’imboccatura a levante, ma i lavori erano appena iniziati quando si cambiò idea. Furono soprattutto alcuni armatori ad insistere per “girare” il porto verso ponente: tra questi Bernardo Amoretti, il “Baracotto”, colui che – qualche anno più tardi – fu il primo a dotare i suoi velieri di un motore.
Fu una decisione illogica, perché espose il porto alle piene del torrente Impero. È vero che lo stesso Baracotto aveva suggerito di prolungare il molo corto proprio per evitare questo rischio, ma non se ne fece nulla.

Calata
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Calata cuneo
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Un grande aiuto per la realizzazione del porto arrivò da Ludovico Maresca. Nato a Oneglia da una famiglia di commercianti di origine napoletana, studiò a Genova dove diventò avvocato. Tornato a Oneglia incrementò il già cospicuo patrimonio familiare che, al momento della morte, avvenuta nel 1823, lasciò in eredità alla città. In effetti lo scopo primario del suo lascito non era quello di costruire il porto: Ludovico Maresca avrebbe voluto destinarlo all’istituzione del vescovado di Oneglia, ma né il vescovo di Albenga né quello di Ventimiglia accettarono di “sponsorizzare” il vescovado onegliese. Maresca lo aveva praticamente previsto, tantè che aveva scritto una postilla testamentaria in cui dichiarava che se non fosse stato possibile avere a Oneglia la cattedra del vescovo, allora la sua eredità avrebbe dovuto servire per “opere di pubblico bene”.
Il consiglio comunale decise così di destinarla alla costruzione del porto. Ma i fondi a disposizione non erano molti. I lavori infatti andarono avanti per decine di anni e videro impegnata la cittadinanza e molte famiglie di donatori. Tra questi, Giovanni Battista Cuneo, protagonista del Risorgimento, amico di Mazzini e Garibaldi con il quale combatté in Sud America e nelle guerre di indipendenza. Cuneo lasciò una cospicua parte del suo patrimonio al Comune di Oneglia, e grazie a questo ulteriore lascito i lavori poterono concludersi. Ecco perché la banchina di Oneglia si chiama “Calata G. B. Cuneo”.
Il nome di Maresca - oltre che per la lapide raffigurata in questo articolo, posata esattamente cento anni fa - viene invece ricordato per il fatto che a lui è intitolata la Compagnia portuale, la più piccola d’Italia! Forse è un po’ poco….

Franco Bianchi

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