Omofobia

Vicepresidente Arcigay aggredito con il compagno: «Assalto motivato dall'odio»

L'associazione: "Crescente clima di odio nei confronti della nostra comunità"

Vicepresidente Arcigay aggredito con il compagno: «Assalto motivato dall'odio»
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Il vicepresidente della sezione imperiese di Mia Arcigay, Gianfranco Testa, è stato aggredito insieme al compagno  nella serata di ieri. I fatti a Sanremo.

 

Vicepresidente Arcigay aggredito con il compagno

A darne la notizia il presidente del sodalizio, Marco Antei. L'aggressione si sarebbe consumata sul Lungomare Italo Calvino, intorno alle 21:00, all'altezza del parco dei cani. Tre individui, in evidente stato di ebbrezza alcolica, hanno avvicinato la coppia rivolgendo epiteti esplciiti e tentando un'aggressione fisica che ha costretto i due alla fuga. Nessuna conseguenza fisica.

«Non una bravata, ma aggressione motivata dall'odio»

«Come presidente dell’associazione - scrive Antei in una nota -, denuncio pubblicamente il clima di crescente ostilità verso le persone LGBT+, anche nella città dei fiori. Chiediamo con forza una legge nazionale contro l’omolesbobitransfobia, che riconosca e punisca questi comportamenti con chiarezza e fermezza. E chiediamo che la politica, a tutti i livelli, smetta di tergiversare. Serve un serio investimento educativo, a partire dalle scuole, con percorsi strutturati di educazione all’affettività e al rispetto delle differenze, che comprendano anche l’omoaffettività come dimensione normale e legittima dell’essere umano».

 

«Esprimiamo inoltre preoccupazione per la reazione delle forze dell’ordine che, stando a quanto riferito, avrebbero sottovalutato la gravità dei fatti. Se confermato, questo atteggiamento è sintomo di un problema culturale che va affrontato anche a livello istituzionale - ancora il presidente -. Chiediamo infine al Comune di Sanremo, che più volte ci ha mostrato la sua vicinanza, e al Sindaco in prima persona, una presa di posizione netta e pubblica, che condanni senza ambiguità quanto accaduto e si impegni concretamente per la prevenzione di episodi simili».

 

«Quanto accaduto non è una “bravata” - la conclusione di Marco Antei - . È un’aggressione motivata dall’odio, dall'invidia e dall'ignoranza. E noi non abbiamo alcuna intenzione di far finta di niente».

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